(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Omicidio. È la pesantissima accusa per cui la procura lo vorrebbe sotto processo. Ne ha chiesto il rinvio a giudizio perché accusato di avere accoltellato mortalmente alla gola un rivale durante una rissa. Sarebbe scoppiata, tra due gruppetti contrapposti, per una sorta di resa dei conti dopo un apprezzamento di troppo alla fidanzata del presunto omicida. A sferrare la coltellata fatale sarebbe il ventiduenne Kevin Fiore (assistito dall’avvocato Calogero Buscarino). Quel fendente al collo ha ucciso il cinquantunenne Marcello Tortorici , ex commerciante di frutta e verdura che poi s’era reinventato, lavorativamente, come manovale (le parti lese sono assistite dagli avvocati Ernesto Brivido e Giuliana Di Prima).
Quella violenta zuffa a sei è scoppiata in una via del pieno centro storico della città nelle prime ore della sera del 25 novembre dello scorso anno. Quando a fronteggiarsi sono stati due gruppetti. Da un lato il giovane Kevin, il padre il fratello. Dall’altro la vittima, il fratello e un loro amico, padre del ragazzo che avrebbe espresso “particolare” ammirazione verso la fidanzata dell’omicida. Quattro di loro hanno già patteggiato la pena per rissa aggravata. Sì, perché quello che quella maledetta sera doveva essere un chiarimento, è poi finito nel sangue. Qualche giorno prima i due ragazzi avrebbero avuto un primo alterco e, in seguito, quella lite ha coinvolto i rispettivi familiari.
Dopo la bagarre, ferito al petto, il fratello di Tortorici s’è presentato alla caserma dei carabinieri. E quando i militari sono arrivati nella zona in cui s’è consumata la tragedia, nello storico rione San Domenico, qualcuno, ferito, era ancora sull’asfalto. Marcello Tortorici è deceduto poco dopo in ospedale. È passando ai raggi X le immagini girate da impianti di videosorveglianza, che le indagini dei militari si sono presto catalizzate su Kevin Fiore. Ma la difesa ha sempre sconfessato la tesi della premeditazione avanzata dalla procura. Anzi, per il suo legale, il giovane Kevin avrebbe chiesto aiuto al padre e al fratello nel momento in cui si sarebbe visto accerchiato dagli altri e qualcuno pure armato di coltello.