Pubblicato il: 25/01/2017 alle 17:18
Comincia nel 1976 la lunga odissea giudiziaria di 122 famiglie residenti a Piano Geraci che sono state chiamate, ancora una volta a comparire in tribunale il 15 aprile 2017. Ma andiamo con ordine, poiché la vicenda parte da lontano e forse, unica nel suo genere, a 40 anni dal suo inizio non si è ancora conclusa. A raccontarcela è un nostro lettore, uno degli assegnatari degli alloggi, Benito Ferracani. “Nel 1976 l'impresa Geraci Luigi, si avvaleva del Decreto Ministeriale numero 75/166 – racconta Ferracani – che prevedeva la realizzazione di 192 alloggi di tipo Economico e Popolare. Con dei manifesti il Comune e l'Impresa invitavano i cittadini nisseni, in possesso dei requisiti di basso reddito, ad approfittare dei benefici previsti dalla citata legge che, finalmente, consentiva a 192 famiglie di realizzare l'agognato sogno di possedere una casa. Nel dicembre 1978 gli assegnatari venivano in possesso degli alloggi dietro un versamento all'impresa del 25 per cento del valore complessivo dell'immobile, allora valutato in circa 29 milioni, il restante 75 per cento doveva essere erogato con mutuo fondiario agevolato di cui gli assegnatari assumevano l'onere della quota, parte restante. Il preliminare di vendita prevedeva che dopo un mese la determinazione del mutuo, l'impresa doveva procedere alla stipulata dell'Atto, cosa che non fece. Per l'impresa, infatti, le rate pagate, di mutuo ormai estinto, costituivano un semplice canone d'affitto. I veri problemi però dovevano ancora cominciare e nel 1998 il Geraci procede alla stipula dell'atto dietro versamento di 70 milioni di lire. La richiesta veniva respinta dagli assegnatari che erano citati in tribunale perché, a detta del Geraci, abusivi degli alloggi. Le richieste avanzate al giudice erano, tra l'altro, di condannare gli assegnatari al pagamento della somma di cui sopra, gravato di interessi legali e rivalutazione monetaria. La sentenza di primo grado respingeva tali richieste trasferendo la proprietà agli abitanti degli alloggi. Quando tutto sembrava volgere a nostro favore la sentenza di II grado, purtroppo stabiliva il valore di ciascun immobile in 44 milioni di lire, valore erroneamente riferito al 1978 quando un alloggio di lusso costava mediamente 25 milioni di lire. Detta somma, a richiesta del Geraci, veniva gravata dagli interessi compensativi a decorrere dal 1979 ad oggi. Una sentenza che fece lievitare detto importo (44 milioni) a 78 milioni, equivalenti agli attuali 36 mila euro. Un comportamento che – dichiara Benito Ferracani – negli anni ha dimostrato il mancato rispetto dei contenuti della convenzione tra il Comune e l'impresa, rilevando tra l'altro la mancata vigilanza delle varie amministrazioni comunali sull'operato dell'impresa. Nel 2006 avevamo fatto ricorso in Cassazione, perché convinti di essere nel giusto e vittime di un illecito, e nel settembre 2010 la Cassazione rigetta in toto tutte le richieste dell'impresa Geraci. Sembrava che la vicenda fosse chiusa in nostro favore e la sentenza frutto del mirato e paziente degli avvocati scelti dagli assegnatari, tra cui Costa e Rufolo. Nel dicembre 2016, però,sono state citate le 122 famiglie a comparire in tribunale il  prossimo 15 aprile adducendo sempre tutte le argomentazioni passate e cadute nel nulla: illecito e occupazione abusiva. Un atteggiamento – dichiara Ferracani – non degno di alcuna considerazione e nemmeno di un ulteriore, inutile, approfondimento dei fatti. Malgrado ciò gli assegnatari degli alloggi, in questi 40 anni, hanno subito con dignità e civiltà questo stillicidio. Un atteggiamento che costringe sempre a distanza di 40 anni, a dover sopportare ulteriori spese legali con aggravio economico per tante famiglie di cui molte ormai in età avanzata. Da parte nostra – conclude Benito Ferracani – ci riserviamo di chiedere danni esistenziali anche in chiave penale”.