Pubblicato il: 16/03/2014 alle 12:11
La Cassazione mette la parola fine sul processo “Identità”, nato dall'inchiesta della Squadra Mobile di Caltanissetta su un giro di truffe a società finanziarie con documenti falsi usciti dal Comune. I giudici di Roma, infatti, hanno confermato le condanne inflitte in appello a Michele Giarratana, ritenuto il “re” dei raggiri e a capo della cricca che lo spalleggiava negli imbrogli per intascare i finanziamenti. Giarratana è stato condannato a 6 anni e 6 mesi; 3 anni e 6 mesi e 2.100 euro di multa sono stati inflitti a Maurizio D'Alù; confermata la condanna 3 anni e 1.200 euro per Liborio La Paglia e 2 anni e 2 mesi più 1.100 euro di multa per Filippo Virzì. Su alcune condanne, verrà applicato il condono di 3 anni per effetto della legge sull'indulto. Il blitz scattò nel 2007, quando la Procura scoprì che nel capoluogo nisseno c'era una banda che effettuava acquisti di ogni genere a nome di ignare persone dopo aver ricevuto il finanziamento dalle società. Le vittime, ovviamente, si vedevano recapitare avvisi di pagamento e rate per acquisti mai effettuati. Dalle auto agli elettrodomestici e persino un camper. Le carte d'identità – scoprirono poi gli inquirenti – provenivano dall'ufficio anagrafe del Comune di Caltanissetta, ma ad oggi è rimasto irrisolto il giallo su chi fosse la “talpa” a Palazzo del Carmine, considerato che uno degli arrestati – un dipendente comunale – fu assolto al termine del processo di primo grado.