Pubblicato il: 18/07/2020 alle 16:42
Hanno deciso di rivolgersi alla magistratura gli imprenditori della Zona Industriale di Caltanissetta che da quasi trent’anni aspettano di potere riscattare i capannoni che presero in locazione finanziaria agli inizi degli Anni Novanta grazie alla Legge Regionale n. 1 del 1984. «Molti imprenditori scelsero di puntare sulla Zona Industriale in quanto si aspettavano di potere usufruire di servizi alle imprese che non vennero mai apprestati e con la promessa contrattuale di potere riscattare i capannoni con i canoni di locazione pagati negli anni – afferma Salvatore Vancheri, 62 anni, noto imprenditore nisseno del caffè e Presidente provinciale di P.M.I., associazione che raccoglie migliaia di imprenditori siciliani – ma la Regione Siciliana è sempre stata sorda alle nostre legittime richieste". È per questa ragione che alcuni di loro hanno incaricato l’Avvocato Antonio Campione del Foro nisseno di agire in giudizio contro il Consorzio ASI di Caltanissetta in liquidazione per potere completare tramite la via giudiziale un iter pattuito nel contratto e nella legge, ma mai neppure iniziato veramente. «Prima dell’istituzione dell’IRSAP e della messa in liquidazione dei Consorzi ASI qualche imprenditore, anche locale, era riuscito a riscattare il proprio capannone, ma tramite un percorso individuale e, a questo punto, inspiegabile – continua Salvatore Vancheri – anche alla luce del fatto che dal 2012 i liquidatori pro tempore che si sono succeduti alla guida dei Consorzi ASI hanno sempre cercato di vendere i capannoni senza riconoscere il nostro diritto di riscatto previo scomputo dei canoni». Proprio nel 2012 l’allora commissario straordinario Alfonso Cicero mise in vendita i capannoni e, come previsto dalla L.R. 8/2012, assegnò ai conduttori trenta giorni di tempo per acquistarli: «In trenta giorni nessun imprenditore normale sarebbe in grado di ottenere un mutuo e quindi fu un ulteriore impedimento, per fortuna fatto rientrare subito» chiosa Vancheri «ma anche recentemente abbiano scoperto che l’attuale gestione liquidatoria, affidata all’Avv. Giovanni Galoppi di Roma, aveva messo in vendita sul sito internet di una nota agenzia immobiliare di livello nazionale i nostri capannoni». Già, Vancheri dice «nostri» perché gli imprenditori nisseni che nel 1990 puntarono sulla Zona Industriale («e non solo quelli nisseni», precisa) hanno trasformato quei capannoni spogli nelle sedi produttive delle loro imprese apportando molti miglioramenti e senza ricevere alcun supporto dalle istituzioni: «oggi la Zona Industriale si presenta spoglia: nessun servizio, anche le strade sono dissestate; il Comune si è accorto di noi quando ha chiesto il pagamento della TARI, che non gli spetta perché la Zona Industriale non è un territorio comunale ma regionale, ed in ogni caso non è mai stato effettuato nessun servizio di raccolta rifiuti o pulizia aree ». Racconta Vancheri che dopo avere scoperto che i capannoni erano in vendita su internet («nemmeno fossimo su Amazon», commenta amaro) alcuni imprenditori hanno deciso di rivolgersi a un avvocato e hanno proposto un ricorso che sarà trattato il 13 ottobre prossimo dal Presidente del Tribunale di Caltanissetta. «Abbiamo avviato un procedimento che dovrebbe condurre al riscatto contrattualmente previsto dei capannoni degli imprenditori che hanno agito in giudizio» conferma l’Avv. Antonio Campione, amministrativista nisseno che segue il ricorso di questi imprenditori stanchi di attendere una mossa della Regione. «Si arriva davanti al giudice quando la politica non riesce a fare il proprio dovere – continua Vancheri – abbiamo più volte consultato l’Assessore Regionale delle Attività Produttive On. Mimmo Turano [da cui dipendono gli ex Consorzi ASI, n.d.r.] affinché desse esecuzione alla clausola dei nostri contratti che ci consentiva l’esercizio del diritto di riscatto e scomputare i canoni, ma non abbiamo avuto riscontro». Sui banchi dell’A.R.S. la questione è arrivata grazie all’interessamento dell’On. Angela Foti di Attiva Sicilia, che ha presentato alcune interrogazioni volte a conoscere l’orientamento dell’Assessorato competente sull’annosa vicenda, ma ancora da Via degli Emiri non è arrivata alcuna risposta risolutoria: anzi, da alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa, sembra che si aspetti che vengano attivate le ZES (zone economiche speciali) per potere aumentare il prezzo degli immobili. Conclude Vancheri: «pare che il fine dell’Assessorato o dell’ente pubblico non fosse quello di favorire lo sviluppo del territorio ma quello di realizzare il miglior prezzo su degli immobili costruiti ed assegnati per favorire le attività produttive, e rivenderli, anche ad aziende estere e ad un prezzo superiore, magari sfrattando chi per anni in modo eroico è rimasto a lavorare in questa martoriata terra». L’udienza si terrà in autunno e tra poco l’A.R.S. andrà in ferie mentre arrivano le imposte da pagare: c’è da scommettere che sarà un’estate calda anche nelle zone industriali.