Pubblicato il: 14/02/2014 alle 08:20
I carabinieri hanno eseguito oggi un’ordinanza di custodia cau
Gli arrestatitelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale di Caltanissetta su richiesta della procura, a carico di cinque romeni, alcuni dei quali con precedenti penali, ritenuti responsabili di sequestro di persona e lesioni dolose aggravate nei confronti di un loro connazionale. Gli arresti sono avvenuti tra le province di Caltanissetta e Agrigento. I fatti sarebbero stati commessi a Riesi (Caltanissetta) tra il 26 dicembre 2013 e il 1 gennaio 2014.
Sequestrato e seviziato. La sua colpa? Essersi rifiutato ad a far parte di una banda di romeni specializzata nei furti in appartamento e di cavi di rame. Fine di un incubo per un trentunenne romeno, che dal 26 dicembre scorso al primo gennaio di quest'anno era stato segregato in un'abitazione di Riesi, nel Nisseno, da cinque connazionali oggi arrestati dai carabinieri della Compagnia di Caltanissetta, coordinati dal capitano Domenico Dente e dal tenente Antonio Corvino. Sequestro di persona, lesioni dolose, furto e violenza, o minaccia per costringere a commettere un reato racchiusi nel mandato di cattura firmato dal Gip nisseno.
Un momento del blitzIn carcere sono finiti Marian Fanica Chiriac, 33 anni, Antonel Hrictu di 23, Luis Euard Olteanu di 26 anni, Dimistru Cezar Costantinica di 20 anni e Costantin Chiriac di 25 anni.
Sotto le feste natalizie, la vittima aveva trovato ospitalità in casa dei cinque romeni presentatigli da alcuni suoi amici che avevano cercato di convincerlo a partecipare ai furti in casa. Il ragazzo però non aveva accettato la proposta e per questo motivo – forse temendo che potesse denunciarli ai carabinieri – lo hanno chiuso in un appartamento, togliendogli il telefonino e sorvegliandolo a turno per impedire che scappasse. Drammatica, per il ragazzo, è stata la notte di capodanno quando i cinque membri della banda hanno deciso di praticare una sorta di rito della fratellanza tra di loro, tagliuzzandosi le braccia per unire le ferite e permettere al sangue di mescolarsi. Ultimato il rito, uno degli aguzzini avrebbe proposto alla vittima di sottoporsi pure al taglio ma quando l'altro s'è rifiutato, allora la cricca lo ha immobilizzato e con una lama gli sono stati praticati due grossi tagli sugli avambracci.
I carabinieri durante le perquisizioniFerite che hanno fatto svenire dal dolore il romeno, che s'è risvegliato l'indomani avvolto con stracci luridi sporchi di sangue usati dai suoi carnefici per tamponare l'emorragia. Il ragazzo è riuscito a scappare dall'abitazione approfittando che i cinque connazionali, storditi e ubriachi dopo la notte di Capodanno, è riuscito a fuggire con addosso soltanto un giubbotto e un paio di pantaloni. Ha percorso a piedi 20 chilometri, raggiungendo il paese di Ravanusa – nell'Agrigentino – e grazie ad un amico che viveva lì si è fatto accompagnare all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta dove è stato medicato anche per le fratture riportate a causa dei numerosi pestaggi. Da quel momento è scattata l'inchiesta dei carabinieri del Nucleo operativo radiomobile che hanno raccolto la denuncia del ragazzo e cercato di identificare il branco, anche scavando sui loro profili Facebook che ha permesso di dare un volto e un nome. I cinque romeni sono stati localizzati dagli investigatori dell'Arma a Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, dopo aver abbandonato il covo di Riesi a seguito della fuga della vittima. Seguendo gli spostamenti dei romeni attenzionati, è emerso che due di loro nel frattempo erano ritornati a Riesi, cambiando abitazione. All'alba di oggi è scattato il blitz, che ha impegnato una ventina di carabinieri e permesso di arrestare i romeni-carcerieri.