(di Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Smerciavano fiumi di cocaina nel Nisseno nascondendola anche nei pannolini dei bambini. Così ha sancito il verdetto della corte d’Appello di Caltanissetta, con dieci condanne e un’assoluzione, passando per uno sconto di pena per otto tra gli imputati finiti al centro del blitz antidroga «River» dei carabinieri, mentre per uno soltanto di loro è arrivato il colpo di spugna alla condanna.
A capo della presunta rete organizzata vi sarebbe stato il cinquantaquattrenne Giuseppe Fiume che ha concordato 7 anni, 8 mesi e 20 giorni; il figlio, il trentenne Eros Fabrizio Fiume ne è uscito con 2 anni e 8 mesi in continuazione per associazione finalizzata allo spaccio e smercio di droga, mentre per mancanza di querela è stato pronunciato nei suoi confronti il «non doversi procedere» per il furto di una slot machine da un bar; la compagna del presunto capo, la trentatreenne Desirèe Maria Federica Gangi ha concordato 3 anni e 6 mesi; il ventinovenne Mario Ragusa 6 anni e 10 mesi; il trentatreenne Maurizio Manuel Santoro, il solo a non essere tirato in ballo per associazione, ha rimediato un anno, 8 mesi e 2 mila euro di multa; il quarantatreenne Michele Ventura ha trovato l’intesa con il pg per la pena a 3 anni e 4 mesi; il quarantaduenne Isidoro Di Stefano è sceso a 4 anni di carcere; il quarantatreenne catanese Emanuele Cosimo Tringali con il concordato di pena a 3 anni, 6 mesi e 20 giorni, mentre per altri due imputati la pena è rimasta immutata con 5 anni al cinquantaduenne Santo Puglisi e 4 anni di reclusione al trentanovenne canicattinese Diego Milazzo.
È caduta ogni contestazione, invece, nei confronti del quarantenne Alessandro Fiume (assistito dall’avvocato Giuseppe Iacuzzo) che nel primo passaggio in aula è stato condannato a 2 anni, 8 mesi e duemila euro di multa e, ora, è stato assolto per «non avere commesso il fatto». Così ha sentenziato la Corte nei confronti degli imputati (assistiti dagli avvocati Maria Francesca Assennato, Manuela Micale, Giuseppe Dacquì, Torquato Tasso, Antonio Pecoraro, Carmelo Lo Presti, Luigi Di Fede, Pierpaolo Montalto, Massimo Ferrante e Belinda Zisa) accusati, a vario titolo, del reato associativo finalizzato allo spaccio e singoli episodi di smercio. La presunta rete organizzata avrebbe smerciato prevalentemente cocaina sull’asse Caltanissetta-Catania, toccando pure San Cataldo.