Condannato per spaccio, ma con l’attenuante della lieve entità e quindi nei suoi confronti è stata applicata la pena di 1 anno e 4 mesi con la sospensione condizionale e il nisseno Alessandro Di Dio, subito dopo la lettura del dispositivo, si è visto anche revocare gli arresti domiciliari. Così ha deciso la gup Emanuela Carrabotta al termine della tranche in abbreviato del processo scaturito dal blitz antidroga della Polizia “Notti bianche”, con cui venne fatta luce su un giro di episodi di spaccio di cocaina a Caltanissetta, che risalgono in gran parte al 2019. Altri indagati hanno scelto di essere processati con altri riti.
La Procura nissena ha chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi per Di Dio, ritenendolo uno dei pusher attivi nella zona di Santa Flavia, mentre l’avvocato difensore Ruggero Mancino aveva chiesto l’assoluzione sostenendo l’assenza di elementi e anche la lievissima entità del fatto; in subordine la difesa aveva insistito per il minimo della pena in considerazione proprio dei fatti di particolare tenuità. In base alla ricostruzione degli investigatori della Mobile, nella maggior parte dei casi lo spaccio era di fatto l’unica fonte di reddito per gli indagati, ognuno dei quali – secondo quanto emerso dall’indagine – aveva la propria clientela “di fiducia” composta da un buon numero di acquirenti, le cui richieste venivano soddisfatte a tutte le ore, anche a notte fonda. Ecco perché l’inchiesta venne ribattezzata “Notti bianche”. Per quanto si possa parlare di “clienti affezionati” i poliziotti della Mobile hanno anche rilevato come gli indagati non si facessero problemi a minacciare i clienti che ritardavano nei pagamenti della droga. (Vincenzo Pane, La Sicilia)