Pubblicato il: 10/06/2022 alle 08:33
La squadra mobile ha eseguito due misure cautelari della custodia in carcere, in esecuzione di provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta dalla locale Procura della Repubblica. Due gli indagati, uno per tentato omicidio e sequestro di persona, che era già agli arresti domiciliari (difeso dall'avvocato Giusepppe Dacquì) per reati in materia di stupefacenti, e l'altro (difeso dall'avvocato Giuseppe Iacuzzo) solo per sequestro di persona, già in carcere per reiterate violazioni della misura di prevenzione. Secondo i gravi indizi ritenuti dal GIP, la notte tra il 30 e il 31 maggio del 2020, due giovani, in compagnia delle rispettive fidanzate e amici, sarebbero venuti alle mani per futili motivi in piazza Mercato a Caltanissetta, nei pressi dei locali della movida della "strata ‘a foglia", anche per lo stato di alterazione psicofisica dovuta all'assunzione di alcool.
La lite sarebbe stata di breve durata grazie all’intervento dei presenti che avrebbero diviso i due contendenti. Uno dei due litiganti, pregiudicato per vari reati, in un primo momento allontanatosi dal posto, avrebbe poi fatto ritorno armato di pistola. Questi, dopo aver individuato il rivale, che si trovava insieme a un gruppo di ragazzi, avrebbe esploso al suo indirizzo almeno due colpi d'arma da fuoco non riuscendo a colpirlo. Nonostante la presenza di numerose persone, solo la mattina seguente il proprietario di un veicolo, accortosi che il proprio mezzo parcheggiato presentava alcuni fori di pistola, richiedeva l'intervento della Polizia di Stato. La polizia scientifica nel corso del sopralluogo rinveniva alcuni elementi utili per risalire all'arma utilizzata e le indagini permettevano di indirizzare i sospetti su un giovane nisseno. Le indagini eseguite dalla squadra mobile, dirette dal Pubblico Ministero, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico del sospettato, nonostante la reticenza di numerose persone presenti quella notte.
Solo per cause non dipendenti dalla volontà dell'indagato il giovane rivale non sarebbe stato colpito a morte; pertanto, si procede per il reato di tentato omicidio, detenzione e porto illegale d'arma da sparo. Inoltre, l'indagato per il reato di tentato omicidio, unitamente a un complice, anche lui nisseno, avrebbe privato della libertà due ragazzi. I due indagati, avrebbero attirato con l'inganno le persone offese presso un'abitazione in loro uso, sottoponendole, per circa due ore, a violenze fisiche e morali, impedendo loro di allontanarsi. Pertanto il GIP ha ritenuto i gravi indizi di colpevolezza anche in relazione al reato di sequestro di persona posto in essere dagli indagati al fine di poter ottenere notizie in merito a una pistola di loro interesse.