Pubblicato il: 22/01/2022 alle 08:44
"Il nuovo decreto Ristori? E' come se ci avessero tirato in mezzo al mare un salvagente sgonfio. E' una sorta di circonvenzione d'incapace. Ci credono davvero stupidi o ingenui. Questo decreto è pura demagogia. Siamo punto e a capo, come quando eravamo chiusi e il governo Conte ci ha dato due spiccioli, il 5% del nostro fatturato. Con questo decreto, torniamo ancora agli spiccioli. Un contentino per metterci a tacere, ma con noi non funziona". Lo afferma, in una nota, Cristina Tagliamento, segretario nazionale di Tni Italia. "Noi chiediamo tre cose al governo: credito d'imposta sugli affitti, cig Covid e moratorie sui mutui.
Delle moratorie, indispensabili per salvare le nostre aziende – sottolinea Tagliamento – non c'è traccia nel decreto, almeno nelle bozze che circolano. Si prevede invece il credito d'imposta sugli affitti, ma solo se l'azienda ha perso almeno il 50% del fatturato, mese su mese, da gennaio a marzo 2022 e rispetto al 2019. Ma un'impresa che in questo primo trimestre ha una perdita del 50% rispetto al 2019 significa che è sull'orlo del fallimento, se non già chiusa. Serve che invece siano usati gli stessi parametri del credito d'imposta sulle locazioni concesso nel 2020''.
''I fondi perduti, inoltre – prosegue il segretario nazionale – sarebbe meglio calcolarli sulla perdita di di bilancio, come i fondi perequativi di fine anno 2021''. ''La cassa integrazione Covid, infine, non è stata prorogata ed è ancora tutto da valutare- su questo ciò che abbiamo letto finora non è chiaro – se in questi tre mesi sarà possibile accedere o meno ad una cig scontata o gratuita per i dipendenti''. ''Di certo – conclude Tagliamento – questo decreto è del tutto insufficiente a salvare le imprese turistico-ricettive. I nostri alberghi e i nostri ristoranti sono aperti, ma vuoti. Servono interventi strutturali, no delle misure per tamponare un'emergenza che dura ormai da due anni''. Michele TORNATORe T.n.i Italia Tutela Nazionale Imprese Direttore Provinciale Caltanissetta