Pubblicato il: 22/03/2016 alle 17:52
Quel bebè ammalato di cancro non esiste. E le due donne che raccoglievano soldi per sostenere un fantomatico intervento, sono state nuovamente pizzicate dalla Polizia di Caltanissetta – si tratta del secondo caso in appena un mese – a racimolare quattrini davanti l'ingresso dell'ospedale “Sant'Elia”. Qualcuno, abbastanza intenerito da quella storia di un bimbo sofferente, ha persino sganciato soldi. Quindici le persone raggirate da due romene secondo quanto emerso ai poliziotti della sezione Volanti, che stamattina ha fermato le due donne denunciandole per sostituzione di persona e violazione della privacy.
Già, perché entrambe si sono spacciate per appartenenti ad una fantomatica associazione che raccoglieva soldi per un bimbo malato di cancro bisognoso di cure. Un escamotage che avrebbe permesso di racimolare in un paio di ore 150 euro. In particolare le due truffatrici sono state bloccate dopo che qualcuno aveva segnalato la loro presenza al 113. Le due donne, davanti l'ingresso dell’ospedale Sant’Elia, erano impegnate a distribuire un volantino per perorare la causa di un bimbo malato di cancro bisognoso di cure. In particolare, al giungere dei poliziotti, un uomo stava consegnando dei soldi a una delle due donne.
Gli agenti hanno quindi controllato le due romene con alle spalle precedenti per furti, ricettazioni, truffe. Entrambe, lo scorso 26 febbraio, erano già state fermate e controllate dai poliziotti poiché avevano rubato dei capi di abbigliamento da un negozio del centro storico del Capoluogo e denunciate in stato di libertà.
Nel caso della “favola” del bimbo malato, la Polizia ha sequestrato la documentazione riportate l’intestazione di una fantomatica associazione internazionale in difesa dei bimbi sordomuti che raccoglieva donazioni in soldi. Anche stavolta le due donne chiedevano soldi per “Antonio”, distribuendo un volantino con una foto di un bimbo all’interno di un’incubatrice per impietosire i passanti. Ovviamente la Polizia ribadisce che non esiste ne’ l’associazione ne’ il bimbo malato bisognoso di cure e la messinscena era un espediente per spillare soldi alle persone. Alle due donne i poliziotti hanno sequestrato due tabelle contenente i nomi e i dati sensibili dei donatori truffati stamane, nonché la somma di circa 150 euro, provento delle donazioni.
Da qui la denuncia alla Procura della Repubblica per i reati di sostituzione di persona e violazione della privacy. Se le persone raggirate dovessero sporgere querela, le due romene saranno anche denunciate per il reato di truffa.