Fissato per il 28 marzo l'interrogatorio per i sei arrestati nella notte nel corso di un'operazione dei carabinieri della Tenenza di San Cataldo. Tre di loro sono finiti al carcere Malaspina, si tratta dei sancataldesi Cristian Ivan Callari, 26 anni, difeso dall'avvocato Angelo Tambè, Giuseppe Colasberna, 38 anni, difeso dall'avvocato Gianluca Amico, e del catanese Davide Intravaia. Ai domiciliari sono finiti invece i sancataldesi Rosario Diliberto, 47 anni, difeso dall'avvocato Maria Francesca Assennato, Michele Callari, 34 anni, difeso dall'avvocato Massimiliano Bellini e il nisseno Fabio Colore difeso dall'avvocato Gianluca Guida. Gli arrestati sono accusati per aver commesso vari reati a partire dal settembre 2015, allorquando, come sottolineato questa mattina nel corso della conferenza stampa in procura, il centro e la periferia di San Cataldo furono martoriati da una serie di furti, 23 episodi in tutto, nell'arco di pochi mesi e da una serie di reati che fecero scattare l'operazione Kitt. Due di loro,Cristian Ivan Callari e Giuseppe Colasberna, secondo quanto si legge nell'accusa, in uno dei tanti episodi, con i volti travisati da un passamontagna, avevano strappato dal collo di un uomo una collana del valore di 2 mila euro minacciandolo con una pistola, percuotendolo con un calcio all'addome e procurandogli un trauma cranico. Diversi i furti nelle abitazioni cui si fa riferimento nell'ordinanza nel corso del quale era stato rubato veramente di tutto. In una villetta di contrada San Leonardo, a San Cataldo, nel settembre del 2015, erano stati trafugati due condizionatori, un forno da cucina, un piano cottura, alcuni quadri, dei lumi, un profumo e dei portasapone. Furti simili, a caccia di mobilia, grazie ai qualispesso gli accusati sarebbero riusciti anche ad arredarecasa, si sono ripetuti nei mesi in centro e in periferia. Gli arrestati non avrebbero risparmiato neanche le attività economiche, con furti all'interno di panifici e capannoni industriali. In un episodio, sempre secondo quanto riportato nell'ordinanza, Cristian Ivan Callari, dopo essersi introdotto all'interno di un'abitazione in corso Sicilia, si era impossessato di due pistole, una rivoltella calibro 38 special e una semiautomatica calibro 22 e di una pluralità di gioielli per un valore complessivo di 100 mila euro. Quest'ultimo, insieme a Giuseppe Colasberna, avrebbe impiegato i soldi guadagnati mediante l'attività illecita per l'acquisto di cocaina dal catanese Introvaia da immettere, successivamente, nel circuito dello spaccio nel mercato di San Cataldo, occultandola e trasportandola all'interno di un'auto utilizzata per i viaggi di approvvigionamento. Accusa di ricettazione invece per il nisseno Fabio Colore che, sempre secondo l'ordinanza del Gip, avrebbe acquistato e occultato la collana in oro, frutto della rapina messa a segno da Callari e Colasberna, al fine di rivenderla