Pubblicato il: 20/02/2015 alle 11:39
La proposta di legge esitata in commissione parlamentare che fa rientrare la città di Gela, nell’area metropolitana di Catania, è il sintomo di un malessere ben più grande che affligge la politica regionale ed i rapporti tra il Presidente Crocetta e l’Assemblea regionale.
L’Assemblea regionale, con tutti i partiti che vi sono rappresentati, ha tirato l’ennesimo colpo basso al Presidente della Regione: due Comuni, Gela e Niscemi, contro la loro stessa volontà, sono stati “consegnati” all’Area metropolitana di Catania, per fare uno smacco al Presidente e per prendere in giro i due enti locali, che avrebbero voluto far parte di un’area vasta amministrativa del comprensorio catanese, senza ricadere sotto la predominante amministrazione della città di Catania. Come dicevo, questo è il sintomo che i rapporti sono ormai deteriorati tanto che si arriva a penalizzare due Comuni, pur di fare un torto al Presidente della Regione.
Ma tutto questo ha i suoi perché. L’Amministrazione Crocetta è oggi in piena confusione: gli indirizzi politici che vengono dal Presidente sono sempre mutanti e contradittori, le rotazioni del personale burocratico regionale hanno determinato confusione e un rallentamento – quando va bene – della burocrazia regionale, le nomine dell’alta burocrazia regionale – anche delle partecipate – vengono prese in modo istintivo e rocambolesco. La percezione in capo alla politica regionale è che regni una somma confusione.
Il risultato di tutto ciò è la proposta che riguarda i due comuni di Gela e Niscemi, ma anche l’assenza di una benchè minima riforma che riorganizzi i servizi che la Regione Siciliana offre. Nulla sulla Formazione professionale, dopo la fase di distruzione; nulla sui rifiuti, quando la situazione è ormai degenerata; un rincorrere continuo alle emergenze nell’organizzazione sanitaria; il sostegno alle PMI e agli artigiani in blocco.
E’ evidente a tutti, anche all’interno del Partito Democratico che così non può continuare. E ci aspetta una legge finanziaria regionale che, dopo mezza legislatura Crocetta, ancora deve affrontare emergenze di bilancio, stante l’assenza di una riorganizzazione del sistema di spesa regionale. Ormai è così: dobbiamo confidare nel commissario romano – l’assessore al bilancio regionale – per tornare in equilibrio finanziario. Tutto il tempo perso costerà molto in termini di riduzione dei servizi regionali alla popolazione, perché senza riforme programmate per tempo, i tagli saranno dolorosi.