Pubblicato il: 27/04/2024 alle 18:49
Aggressioni da parte di cani nei confronti di persone, spesso conosciute dagli stessi animali, in alcuni casi bambini, e purtroppo, spesso, con esiti drammatici. Le notizie di cronaca di questo periodo hanno fatto un resoconto doloroso di fatti di questo genere. Soltanto pochi giorni fa un bimbo di 13 mesi, in provincia di Salerno, è stato ucciso da due pitbull. Per capire come possano accadere fatti di questo genere abbiamo intervistato il dottore Calogero Piscopo, medico veterinario comportamentalista, con un master in Etologia Clinica Veterinaria e addestratore ENCI.
La cronaca ci racconta di fatti gravissimi. Perché un cane ad un certo punto può aggredire anche il suo stesso padrone o persone a lui conosciute?
Si, in questo periodo storico, più che mai, quotidianamente veniamo a conoscenza di fatti legati a eventi tragici come quelli descritti. La drammaticità risiede nella frequenza con cui si verificano, e nella somiglianza dei tratti dinamici e caratteristici, dato che la maggior parte delle volte si tratta di cani padronali, malamente custoditi, altrettanto malamente accuditi e la cui provenienza o appartenenza rimane spesso ignota a fatto avvenuto, pertanto rimangono impunite le persone a cui, in qualche modo, questi cani possano essere riconducibili. Al netto del risvolto drammatico di ogni singolo episodio del genere, è doveroso fare presente l'evidenza a cui porta tale osservazione, e cioè che le aggressioni, per i cani stessi, rappresentano potenzialmente la normalità soprattutto in un contesto sociale misto, cioè composto da più specie diverse tra loro. Accettando questo, apparirà semplice capire, di contro, che un cane possa aggredire anche i suoi familiari se non opportunamente gestito, ma non prima di aver attraversato adeguatamente le fasi di socializzazione anche ambientali, nonché escludendo l'insorgenza di disturbi comportamentali gravi e di disadattamento. Per quanto, poi, ogni singolo evento possa presentare caratteristiche uniche, i tratti salienti in comune risultano questi.
Esistono razze più aggressive di altre?
Certamente si. Posto che l'Aggressività (propriamente detta) sia una delle tante Doti Naturali di qualsiasi cane, facente parte, per ciò, del bagaglio genetico di ogni singolo soggetto, occorre a ragion veduta precisare che in alcune razze sarà sicuramente più marcata, e in altre meno, come qualsiasi altra dote che compone ciò che per definizione viene menzionato come Carattere. Ogni razza canina ufficialmente riconosciuta si attiene ad uno Standard morfo-caratteriale noto, che ne descrive le attitudini esaltate dalla selezione genetica e dal miglioramento della stessa. Ma ciò, purtroppo, non è sufficiente a capire come evitare errori di gestione, poichè sono contemplati diversi tipi di Aggressività oltre quella “propriamente detta”, il cui studio è di competenza non tanto dei semplici proprietari, quanto dei Professionisti del settore animale e spesso, purtroppo, questi due schieramenti non si incontrano.
Quali sono i segnali che possono anticipare eventi del genere?
All'interno di un nucleo familiare, inteso come gruppo sociale misto, è molto facile cogliere il preludio di ciò che potrà sfociare in un episodio da cui, purtroppo, trarre nocumento. Eccetto che per la grave (e altrettanto rara) Patologia Comportamentale definita “Aggressività Idiopatica”, il Cane non aggredisce mai immotivatamente, alla base ci sarà sempre un evento scatenante la dinamica di aggressione, per cui, per i familiari, sarà sufficiente cogliere segnali di insofferenza, di disadattamento e di pericolosità in seno alle normali attività di relazione, senza sottovalutare nessuno degli aspetti che, a loro volta, possano degenerare in conflitti irreversibili. Un Cane che ringhia minacciosamente, per esempio, quando non accetta la condivisione di uno spazio domestico è l'emblema di ciò. Una volta osservati certi eventuali segnali, e contestualizzati, dovrà essere cura del proprietario rivolgersi ad un Professionista per farsi aiutare a risolvere questi aspetti, anche se il mio auspicio è che ogni proprietario vi si rivolga già nelle prime fasi di vita del cane, affinché possa crescere in una condizione di equilibrio ed evitare certi eventi spiacevoli. Diverso è il discorso al di fuori di un contesto familiare: ad esempio per strada, se un cane venisse lasciato libero (e questo la legge lo vieta già ) di far danni oppure dovesse scappare da una proprietà, la vittima non avrebbe neanche il tempo di cogliere la minima avvisaglia, perché sarebbe inaspettato. E anche di questi esempi la cronaca ne è piena.
Nel caso si abbiano bambini piccoli in casa è consigliabile prendere cani di razze più grandi, o comunque è consigliabile prendere un cane piuttosto che un altro?
Essenzialmente non fa differenza la grandezza. All'interno di ogni taglia possiamo trovare razze più indicate di altre alla vita familiare, soggetti che per indole siano collaborativi, con bassa aggressività, che manifestino anche un grado più alto di adattabilità al contesto urbano. Suggerirei, però, a chiunque voglia far entrare un nuovo cane nella propria famiglia, soprattutto con bambini, di affidarsi ai consigli di un Professionista prima di avventurarsi in una scelta che, successivamente, potrebbe rivelarsi inadeguata.
L'addestramento di un cane mette al riparo con certezza da eventi drammatici come quelli di cui si è parlato?
Sicuramente l'Addestramento rappresenta un'ottima opportunità, per un proprietario, di imparare a gestire alcuni aspetti della vita di relazione col proprio cane, ma non è sufficiente. La prima (e costante) figura di riferimento necessariamente sarà il Medico Veterinario, ancor prima che arrivi un nuovo cane nella propria casa potrà fornire le giuste considerazioni che determineranno la scelta corretta, e successivamente seguire il soggetto in tutti gli aspetti sanitari, clinici ed etologici del caso. Posso affermare senza alcun timore, che la maggior parte dei cani protagonisti dei fatti di cronaca non abbiano mai incontrato un Professionista del settore animale, dato che la prima cosa da insegnare al proprietario, in termini gestionali, è esattamente il controllo attraverso la relazione e gli strumenti di contenimento e conduzione, senza i quali, purtroppo, le vittime non cesseranno d'esistere. Nell'esercizio della mia Professione Medica, sovente mi imbatto in soggetti morsicatori che hanno l'unica colpa di essere stati gestiti malamente da proprietari imprudenti, talvolta privi del benché minimo senso di responsabilità sociale. Eppure, la gestione del proprio cane, dovrebbe essere la parte migliore della relazione, la parte più interessante e stimolante perché mette in condivisione i due mondi e conferisce credito alla morale del famoso Etologo Konrad Lorenz: “l'Amore per i nostri Animali si dimostra dai sacrifici che siamo disposti a fare per loro”.