Pubblicato il: 08/10/2021 alle 20:39
Può incorrere in una ammenda salata il proprietario che lascia il cane in auto per ore e senza acqua. A statuirlo su questa pratica – purtroppo molto diffusa – è la Cassazione con la sentenza n. 36713/21, pubblicata oggi dalla terza sezione penale. Bocciato il ricorso degli imputati, proprietari di due cani e condannati per detenzione di animali in ambienti incompatibili con la loro natura a pagare 4mila euro di ammenda. Questo comportamento è stato giudicato dai giudici supremi “eccessivamente gravoso per il cane” tanto da integrare la fattispecie di reato prevista all’articolo 727 del Codice penale.
Secondo l'accusa, i ricorrenti lasciavano gli animali chiusi per più di tre ore di fila nella loro auto senza nemmeno una ciotola di acqua, provocando gravi sofferenze agli amici a quattro zampe. La difesa, invece, si concentrava sul fatto che l'abitacolo del veicolo non fosse un luogo insalubre. Anche a voler aderire a tale tesi – spiega la Corte suprema che conferma la condanna – si tratta «pur sempre di un ambiente diverso dal loro habitat naturale e comunque di dimensioni anguste» senza contare poi «il contesto e la durata dello stazionamento degli animali al suo interno». Il giudice di merito di Trapani ha correttamente «ancorato» la propria disamina agli elementi «oggettivamente» emersi dall'istruttoria e ha ritenuto che «la permanenza dei due cani di grossa taglia nell'auto protrattasi per oltre tre ore senza acqua e possibilità di movimento integrasse una «forma di detenzione incompatibile con la natura degli animali tale da produrre agli stessi gravi sofferenze». Per queste ragioni, la Corte respinge il ricorso.
Sicuramente la prima cosa da fare se ci si imbatte in un cane in macchina, raccomanda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è chiamare il 112 (numero unico di emergenza) e chiedere l’intervento tempestivo di un operatore per liberare l’animale dalla vettura. Il secondo passo è sporgere denuncia nei confronti del proprietario della macchina; per questa ragione occorre annotare la targa dell’automobile e, se possibile, procurarsi dei testimoni. Se il cane risulta in condizioni precarie, chi rompe il vetro per portarlo in salvo non potrà essere condannato al pagamento del danno del finestrino.