Pubblicato il: 26/11/2014 alle 08:57
Un protocollo operativo condiviso tra le associazioni locali e le istituzioni pubbliche e una sede nella quale poter non soltanto incontrare ma anche accogliere e supportare le donne vittime di violenza. E’ questo l’intento che si è prefissato il coordinamento del centro antiviolenza sulle donne e che ha pienamente condiviso il Comune di Caltanissetta.
Alla conferenza, organizzata ieri alla biblioteca Scarabelli, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’assessore Piero Cavaleri si è espresso in modo chiaro affermando che entro la fine dell’anno è intenzione del Comune trovare gli spazi necessari per far sì che le 11 associazioni che al momento operano in sinergia supportando le donne, possano avere una sede ufficiale e istituzionalizzata così come accade in altre province siciliane e italiane. Così come prevede la legge in materia di tutela il Comune di Caltanissetta ha scelto di porsi “come ‘capofila’ dell’intera operazione per fornire il supporto al centro antiviolenza sia per la sede sia per realizzare un protocollo operativo condiviso con magistratura e forze dell’ordine affinché, nel momento in cui ‘scatta l’allarme’ per una donna siano attivate delle procedure automatiche”.
L'assessore Piero Cavaleri“Vogliamo far capire alle donne che non sono sole” ha spiegato Anna Giannone, portavoce del coordinamento che, in occasione della giornata mondiale, ha cercato di accendere i riflettori sul problema anche attraverso l’esposizione di mostre fotografiche e pittoriche.
Le fotografie, scattate da 11 diversi fotografi saranno esposte fino a giorno 30 novembre nelle vetrine del centro storico mentre la mostra pittorica, aperta fino a giorno 27, è stata allestita alla biblioteca Scarabelli di Caltanissetta e proprio ieri accoglieva i partecipanti al convegno. I 7 pittori, per scelta dell’organizzazione, non erano solo donne proprio perché il problema è globale e la sensibilizzazione va portata avanti non soltanto con le donne invitandole ad ascoltare il proprio cuore, ribellarsi e uscire dal buco oscuro e triste dal quale sono state rinchiuse ma anche sugli uomini che devono comprendere il rispetto per le fasce più deboli. Le tele esposte sono di differenti misure, dai piccoli pannelli di circa 30 centimetri a quelle di 3 metri e sono state realizzate da Enza Falzone, Fausta Caldarella, Lorenzo Ciulla, Marcella Arena, Mauro Fornasero, Yrene Ceccarelli e Silvia Cortese. Il messaggio che il visitatore può cogliere, guardando tutte le opere esposte, è che la vita di una donna è preziosa come quella di un fiore che sbocciando emana tutta la sua bellezza e profumo. Ogni donna deve guardare dentro di sé per trovare la gioia e la speranza di poter tornare a volare libera “come una farfalla” e, liberandosi dall’angoscia provocata dal proprio oppressore, rinascere e tornare a vivere come una pianta in primavera Guardare la vita attraverso diversi filtri colorati per ritrovare quello che consente di recuperare quell’armonia che, come una meravigliosa sinfonia può riportare la serenità.
Al termine del dibattito si sono esibiti gli allievi della scuola di danza “Scarpette Rosse” con dei “passi a due” dell’insegnante Gallina nel quale sono stati rappresentati i momenti dell’innamoramento e della violenza dalla quale, alla fine, la donna ne esce vittoriosa. Gli allievi erano Selenia Bellino, Francesca Falzone, Erika Salute, Damiano Calona, Marco Bellomo e Marco Catenazzo.