Pubblicato il: 03/01/2020 alle 08:30
La sensazione è quella di volare, come se si avessero le ali. Una sensazione che già aveva provato centinaia e centinaia di volte ma purtroppo ieri qualcosa è andato storto. Luca Barbieri, 25 anni, originario di Soragna un paesino in provincia di Parma, conosciuto tra gli appassionati del wingsuit, è morto ieri mattina a Caltanissetta. E’ qui infatti che ha fatto il suo ultimo volo quello che, purtroppo, si è rivelato fatale. Lo sportivo dopo diversi lanci eseguiti in mattinata tra le province di Palermo e Caltanissetta, accompagnato dalla sua fidanzata, aveva scelto come base per un nuovo lancio il viadotto San Giuliano, chiuso da 3 anni per problemi di sicurezza. Una volta posteggiato il furgone a bordo del quale viaggiavano, il venticinquenne, ormai considerato un esperto, avrebbe eseguito un base jumping, un salto nel vuoto, da un’altezza di circa 60 metri. Durante il volo però qualcosa non è andata per il verso giusto e a quanto pare il paracadute, per cause che ancora dovranno essere accertate, non si è aperto. Lo schianto con il suolo è stato fatale. Luca Barbieri è morto sul colpo. Ad allertare le forze dell’ordine, intorno alle 11.30, è stata la fidanzata del giovane. Sul posto è stato immediatamente inviato l’elisoccorso dalla centrale operativa del 118 di Caltanissetta e un’ambulanza ma purtroppo i sanitari non hanno potuto far nulla se non constatare il decesso del giovane. Una scena drammatica quella che si è presentata agli occhi dei soccorritori, dei vigili del fuoco e degli agenti della polizia giunti sul luogo della tragedia poco dopo la chiamata della ragazza. La salma di Luca Barbieri è stata trasportata alla camera mortuaria dell’ospedale di Sant’Elia di Caltanissetta. Nel pomeriggio è stato disposto il sequestro dal pm di turno. Probabilmente sarà eseguita l’autopsia. Il giovane era un paracadutista esperto e un istruttore che con il wingsuit, una particolare tuta da lancio che riesce ad aumentare la superficie del corpo umano conferendovi un profilo alare, aveva già all’attivo quasi un migliaio di lanci. Una passione sfrenata che lo portava in giro per il mondo e i voli che in Italia faceva soprattutto sulle Alpi. Ieri invece Luca Barbieri ha scelto la Sicilia. Qui infatti non è difficile trovare viadotti, antenne, edifici, che sono considerati le basi ideali da quale effettuare i cosiddetti base jumping. Sui social network Luca Barbieri, che stava cominciando a farsi conoscere anche all’estero tra gli amanti di questo sport estremo, aveva postato diversi video delle sue impresa di uomo volante, tra gli ultimi quello di un volo in Arabia Saudita dell'ottobre scorso in cui si vede la spettacolarità e la pericolosità della pratica dei lanci con la tuta alare. «Che avventura — aveva scritto a ottobre Luca ricordando uno sfortunato specialista britannico della specialità — questa estate sono stato in Arabia Saudita con la mia tuta alare e altri atleti di wingsuit per volare sopra uno dei più importanti e stupendi festival sauditi saltando da uno dei più massicci elicotteri al mondo, il famoso blackhawk, per intrattenere il pubblico con qualche spettacolare flyby. In ricordo di Angelo che ha perso la vita in questa avventura». Tre mesi dopo lo stesso tragico destino è toccato al giovane sportivo emiliano che aveva anche partecipato al talent show “Tu sì que vales” su Canale 5. Insieme ad altri due paracadutisti nel Turbolenza Team impressionò i giudici per capacità e spettacolarità del numero. La passione per il volo negli anni aveva fatto diventare Luca un globetrotter. A bordo di un furgoncino trasformato in camper, zaino in spalla e tuta alare sotto il braccio, sempre a inseguire una nuova impresa. Ieri purtroppo l’ultima nel cuore della Sicilia. Soltanto due giorni prima in Trentino un base jumper era morto dopo aver urtato i cavi dell’alta tensione.