Pubblicato il: 13/06/2024 alle 07:31
Si è conclusa in modo del tutto favorevole all’imputato A. C., la vicenda che lo ha visto protagonista di un procedimento penale per truffa aggravata al Tribunale di Padova.
A.C. di Riesi (CL) è stato assolto con formula piena, per non avere commesso il fatto.
La vicenda si sviluppa a partire dal 2020 quando lo stesso A. contattava, on line, una società francese che offriva prestiti agevolati in tempi rapidi.
In effetti, dopo alcuni contatti telefonici, veniva invitato, dal Suo interlocutore, ad attivare, ad hoc, una postepay evolution nonché una sim telefonica, per poi inviare tutta la documentazione, tra cui la stessa carta postepay e sim telefonica, in Africa del Sud, così da potere ottenere il prestito richiesto.
Tuttavia dopo che lo stesso A. provvedeva ad effettuare un bonifico di circa 1.000,00 euro, a titolo di apertura pratica, non veniva più contattato e di fatto non riceveva alcun prestito.
A distanza di un anno e mezzo circa dall’invio del plico in Africa, allo stesso A. iniziavano ad arrivare una serie di contestazioni per il reato di truffa on line a danno di diverse persone e con procedimenti pendenti avanti a diversi Tribunali italiani, tra cui il Tribunale di Padova.
A quel punto, compresa la gravità della situazione, decideva, a Sua volta, di presentare formale denuncia per truffa, senza tuttavia produrre effetti positivi tant'è che i procedimenti continuavano ad essere istruiti.
Pertanto si rivolgeva all’Avv. Alessandra DI MARCO, di San Cataldo (CL) del Foro di Caltanissetta, la quale, assunta la difesa e presa cognizione degli atti di indagine della Procura di Padova, accertava che gli elementi probatori raccolti erano assolutamente lacunosi, in quanto non tenevano in nessun modo in considerazione la circostanza che i numeri di telefono utilizzati per contattare la persona offesa erano intestati a soggetti diversi e che non erano gli stessi intestatari della postepay ove erano stati versati i soldi oggetto del procedimento a carico del sig. A., rilevava peraltro che, con riferimento a quest’ultime, non erano state svolte indagini di nessun genere.
Da ciò comprendeva il semplice meccanismo messo in atto con il quale soggetti terzi raggirano singole persone, alla ricerca di liquidità economica.
Infatti ogni truffa on line viene realizzata mediante l’utilizzo di carte postepay e sim telefoniche intestate a soggetti diversi e residenti in tutta Italia.
In particolare, la struttura della truffa è così congegnata: un soggetto chiede un prestito e per l’attivazione dello stesso viene contestualmente richiesto di attivare ad hoc di carte postepay e sim telefoniche, che andranno poi spedite in destinazione sconosciute, le medesime carte postepay e sim vengono poi a loro volta utilizzate per truffare altri soggetti ignari.
Pertanto, ricostruite le modalità della commissione del reato, il predetto difensore, dopo avere prodotto una cospicua produzione documentale, dalla quale emergeva, con assoluta certezza, la estraneità ai fatti dell’imputato, in sede di discussione concludeva chiedendone l’assoluzione per non avere commesso il fatto.
L’Avv. DI MARCO infatti, durante la discussione, forniva ricostruzione temporale dalla quale emergeva che già nel periodo della consumazione del reato il sig. A. non disponeva più materialmente della carta postepay, sulla quale la persona offesa aveva versato delle somme di denaro, che era stata spedita in Africa, già un anno prima dei fatti contestati; in secondo luogo, sottolineava le tante lacune degli elementi probatori raccolti, e rilevava come a carico del proprio assistito non vi fosse alcuna prova tale da giustificare una condanna, sottolineando la circostanza che il proprio assistito non solo non era da ritenersi in alcun modo responsabile dei fatti a lui contestati, ma che al contrario lo stesso, a Sua volta, era vittima dell’intera vicenda.
Il Giudice Istruttore pertanto, ritenuta assolutamente valida la ricostruzione fornita dal difensore ed aderendo alla stessa, pronunciava sentenza di assoluzione con formula piena, così come chiesto dal difensore, per non avere commesso il fatto.
La vicenda in oggetto è solo una delle tante truffe che si sono sviluppate negli anni, a seguito dell’incremento dei mezzi social e telematici in generale.
I malfattori fanno presa su soggetti che si trovano sempre più in situazioni di necessità economica, i quali, spesso, non riescono ad accedere al credito bancario per svariate vicissitudini e quindi si aggrappano a promesse di credito allettanti, ma che poi si rilevano negative, a volte anche con risvolti penalistici per gli stessi.