Pubblicato il: 02/10/2021 alle 20:45
“I dati sui tumori dell’area urologica sono in crescita. Il tumore del rene è associato a diabete, ipertensione e obesità, tutte patologie relative alla vita occidentale e alla dieta occidentale ipercalorica. Il tumore alla prostata è diventato il primo nel maschio adulto quello della vescica è correlato al fumo di sigaretta e quindi è anch’esso molto frequente”. Lo ha affermato Carlo Terrone, professore ordinario di Urologia e Direttore della clinica urologica dell’Università di Genova e del Policlinico San Martino di Genova, intervenuto oggi a Caltanissetta, con una lectio magistralis nell’ambito del congresso Highglights in Neurology organizzato dal presidente regionale della Società di Neurologia Michele Vecchio.
“Sono tumori molto diffusi – ha continuato Terrone – e non posso dire che siano in riduzione di incidenza. Probabilmente si hanno risultati migliori dal punto di vista terapeutico ma l’incidenza non accenna a diminuire e uno stile di vita sano sicuramente ha una sua importanza per prevenire questo tipo di tumori”. La lectio magistralis del professore Terrone ha riguardato in particolare le conseguenze neurologiche degli interventi di tipo urologico. “Esiste la possibilità – ha spiegato – di riportare danni ai nervi periferici, e sicuramente quello che oggi fa più scalpore è il danno dei nervi erettori nella chirurgia prostatica. Oggi con l’impiego dei robot questi danni sono sicuramente molto ridotti rispetto al passato però sono ancora possibili purtroppo. In seguito ad un intervento per la rimozione del tumore alla prostata si può avere il danno del nervo erettore e dunque sostanzialmente una impotenza, un deficit dell’erezione.
Altri danni possono riguardare i tumori del testicolo che sono molto meno frequenti, ma interessano soggetti molto giovani e alcuni interventi possono danneggiare le fibre nervose responsabili dell’eiaculazione. Sono danni evitabili se si fa un intervento corretto. Alcuni di questi sono reversibili, nel senso che il nervo magari non è stato tagliato ma semplicemente leso per un pinzettamento, e in questo caso grazie al neurologo e a volte anche al neurochirurgo si può fare innanzitutto un inquadramento diagnostico corretto e poi magari un iter per la ripresa funzionale di questi nervi”.