Nuovo processo, dopo le condanne inflitte in appello, per il tunisino Achouri Rauf, di 32 anni, e per l'eritreo Abrham Teklab di 20 anni, che erano accusati di aver fatto entrare nel territorio italiano 8 cittadini eritrei che erano sbarcati il giorno prima sulle coste siciale e condotti al centro di accoglienza di Aragona e non ancora identificati, trasportandoli in auto. Il fatto venne scoperto dalla Polizia a Caltanissetta il 27 luglio del 2014. Alla guida c'era Achouri, mentre Teklab (sbarcato sei mesi prima) era provvisto di permesso di soggiorno e risiedeva al CARA di Mineo. Entrambi vennero arrestati e gli otto cittadini eritrei rilasciati con l'invito a presentarsi al centro di Aragona. Adesso la Cassazione ha accolto i ricorsi dei due imputati presentati dagli avvocati Michele Micalizzi e Francesco Augello, che avevano appellato la condanna a 2 e mesi 2 e 6.666 euro di multa inflitta a Teklab e a 2 e mesi 8 di reclusione e 8.000 euro di multa per Raouf. I difensori, in particolare, hanno evidenziato che non v'era nessuna prova che i due avessero procurato l'ingresso dei clandestini, in quanto non vi sono intercettazioni così come manca la prova di collegamenti con organizzazioni internazionali e il mancato sequestro di somme di denaro. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso e ha annullato con rinvio gli atti alla Corte d'Appello di Caltanissetta perchè celebri un altro processo nei confronti dell'eritreo e del tunisino. FOTO ARCHIVIO