Si è avvalso della facoltà di non rispondere Vito Trupia, il poliziotto 37enne di Caltanissetta in servizio al Commissariato Carmine di Brescia, arrestato con l’accusa di peculato. L’assistente capo della Polizia di Stato ha fatto scena muta durante l’interrogatorio di garanzia al cospetto del Gip Luca Tringali che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare. L’agente, da mercoledì agli arresti domiciliari, è accusato di avere sottratto due etti di cocaina dal deposito Corpo di reati dell’ufficio di via Capriolo.
Le indagini riguardano un lasso di tempo compreso tra luglio 2011 ed agosto 2014: il poliziotto era addetto alla custodia del deposito di droga e l'unico a possedere la chiave dell'armadietto. Lo stupefacente sequestrato viene poi destinato al macero.Dal quantitativo che era custodito al Commissariato Carmine, nel periodo di tre anni, sarebbero dunque spariti duecento grammi di “neve”, mai rinvenuta. Il poliziotto di Caltanissetta è assistito dall’avvocato Alberto Scapaticci, il quale ha riferito che Trupia “si è avvalso della facoltà di non rispondere, dopo aver fatto la sua dichiarazione di estraneità al fatto contestato. E' stato appurato che sarebbero state manomesse alcune buste contenenti cocaina. Una donna ha segnalato alla Polizia di Stato un comportamento non lecito nei confronti di una amica da parte del mio assistito e da lì sarebbero emersi alcuni elementi che avrebbero fatto intravedere la possibilità che il Trupia utilizzasse della sostanza stupefacente. Tutto questo formerebbe un quadro di insieme formerebbe un quadro indiziario a carico del mio assistito”, ha aggiunto il legale.
“Cocaina sparita dal Commissariato”, il poliziotto nisseno Vito Trupia non risponde alle domande del giudice
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