Pubblicato il: 14/01/2025 alle 12:00
Il blocco della legge regionale siciliana che avrebbe dovuto garantire un impiego alle donne vittime di violenza rappresenta una beffa intollerabile e una vergogna nazionale. La norma, concepita per offrire un riscatto economico e sociale agli orfani di femminicidio e alle donne sopravvissute a tentati femminicidi è ferma da mesi a causa di presunti problemi di compatibilità con la legislazione nazionale.
“È inaccettabile che burocrazia e lentezze politiche diventino un ostacolo alla protezione delle vittime di violenza. Regione e Governo nazionale devono collaborare immediatamente per superare ogni ostacolo tecnico e rendere la legge operativa. Il tempo delle scuse è finito. Serve un’azione concreta per chi non può più aspettare” – denuncia Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons.
Tuttavia, il segretario Nazionale del Codacons, Francesco Tanasi e l’Avvocata Federica Prestidonato, Presidente di Codacons Donna, evidenziano anche le gravi criticità della norma, che presenta elementi discriminatori. La legge infatti non si rivolge a tutte le donne vittime di violenza di genere ma limita fortemente l’accesso al beneficio ai soli orfani di femminicidio e alle donne sopravvissute a tentativi di femminicidio con sfregi permanenti. Questa impostazione crea una disparità inaccettabile tra “violenza e violenza”, lasciando escluse molte donne che hanno subito abusi e che avrebbero comunque diritto a un sostegno concreto da parte delle istituzioni. Il mancato avvio di questa legge è un fallimento istituzionale, tuttavia, è altrettanto grave che la norma stessa presenti limitazioni discriminatorie. Tutte le donne vittime di violenza di genere meritano un’opportunità di riscatto, indipendentemente dal tipo di violenza subita. Chiediamo quindi non solo che la legge venga sbloccata, ma che venga rivista, anche nel rispetto delle Convenzioni internazionali, per garantire equità e giustizia a tutte vittime di violenza di genere”
Il Codacons propone l’istituzione immediata di un tavolo tecnico tra Regione e Governo nazionale per superare gli ostacoli normativi e per rivedere il testo della legge, rendendola inclusiva e non discriminatoria. Inoltre, si richiede lo stanziamento di risorse straordinarie per avviare immediatamente il sostegno economico e lavorativo alle vittime di violenza.
“La legge non è solo una questione tecnica, ma un atto di giustizia e dignità. Le istituzioni devono offrire risposte immediate e concrete a chi ha già sofferto a causa della violenza subita” – concludono Tanasi e Prestidonato.