Pubblicato il: 11/03/2023 alle 12:46
In medicina si è affermato lo slogan “The lower the better” per significare che più basso è il livello di colesterolo LDL di un individuo, minore è il suo profilo di rischio cardiovascolare. Più dell’80% dei soggetti seguiti dal medico per abbassare i valori fuori controllo di colesterolo è ben lontano dai traguardi desiderati, aumenta di conseguenza il rischio infarto e ictus, responsabili dell’85% degli esiti letali causati da malattia cardiovascolare su base aterosclerotica. In pratica stiamo parlando di un nemico, capace di danneggiare l’apparato cardiocircolatorio, dalle gambe su fino al cervello, rovinando gli anni più belli della terza età, ma ora si cambia musica grazie all’introduzione dell’acido bempedoico.
In Italia l’acido bempedoico e la sua associazione a dose fissa con ezetimibe sono infatti stati resi prescrivibili in regime di rimborsabilità, con approvazione dell’Aifa, laddove i valori di colesterolo LDL nel sangue restano troppo elevati nonostante l’assunzione di trattamenti come le statine e altre terapie ipolipemizzanti. Negli studi clinici condotti su oltre quattromila pazienti a rischio elevato si è visto che, grazie allo specifico meccanismo d’azione, l’acido bempedoico non viene attivato nel muscolo, riducendo così i potenziali effetti indesiderati a carico dell’apparato locomotore.
“L’acido bempedoico – ha dichiarato Fulvio Colivicchi, presidente Anmco, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri – rappresenta un nuovo efficace strumento terapeutico soprattutto per i pazienti a più alto rischio cardiovascolare che hanno mancato gli obiettivi nonostante le terapie, e per i pazienti intolleranti. Questo farmaco ha il vantaggio di poter essere associato a qualsiasi ipolipemizzante, con un buon profilo di tollerabilità, e risulta essere facilmente accessibile dal momento che potrà essere prescritto sia dallo specialista sia dal medico di medicina generale”.
La terapia con acido bempedoico si prende per bocca, una volta al giorno. Conferisce una riduzione aggiuntiva dal 17 al 28% del colesterolo LDL in aggiunta alle statine alla massima dose tollerata, con o senza altre terapie orali ipolipemizzanti. L’associazione fissa bempedoico/ezetimibe, ha dimostrato una riduzione di circa 38% rispetto al placebo, in aggiunta alla terapia ipolipemizzante. In particolare l’acido bempedoico inibisce la produzione di colesterolo nel fegato, mentre ezetimibe agisce sulla parete del lume intestinale, smorzanso l’assorbimento del colesterolo introdotto con gli alimenti.
Le più recenti linee guida per la gestione delle dislipidemie (ESC/EAS) hanno rivisto l’atteggiamento nei confronti del colesterolo cattivo (tecnicamente detto C-LDL) che si deposita in forma di placche sotto l’endotelio che riveste i rami arteriosi, indicando un target desiderabile inferiore a 55 nei pazienti considerati a rischio molto elevato, inferiore a 70 per gli altri pazienti a rischio. Sono valori molto difficili da immaginare, ma che ora si possono raggiungere.