Pubblicato il: 24/01/2014 alle 08:13
“Ha fatto affari con Cosa Nostra”. Una presunta collusione con la mafia che ha fatto scattare il sequestro preventivo dei beni – stimati per 3 milioni di euro – dell'imprenditore gelese Francesco Antonio Cammarata, 54 anni, raggiunto oggi da un decreto di sequestro da emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta su proposta del direttore della Dia – Arturo De Felice – e notificato dagli investigatori del Centro Dia di Caltanissetta che ha scavato nel “tesoretto” di Cammarata, ritenuto vicino alla cosca gelese che fa capo al boss Piddu Madonia.
In particolare, Cammarata, titolare a Gela di una cava di estrazione di materiali inerti e di un’impresa per il trasporto e la posa degli stessi, secondo le risultanze investigative, è risultato essere stato a disposizione e in rapporto d’affari con la famiglia mafiosa di Gela, trasferendo a favore di quest’ultima ingenti disponibilità finanziarie attraverso l’illecito sistema delle sovrafatturazioni di forniture e/o trasporti.
“In cambio – spiega la Dia di Caltanissetta – veniva garantito a Cammarata di acquisire – attraverso la forza di intimidazione del sodalizio mafioso – posizione dominante e di esclusivo controllo nel settore nevralgico delle forniture e del trasporto dei materiali inerti diffusamente impiegati per la realizzazione di opere pubbliche e private anche al di fuori della provincia nissena”.
Oggetto del provvedimento sono imprese, quote societarie, beni mobili, immobili e rapporti bancari, per un valore di circa 3 milioni di Euro. Spicca, tra tutti, la cava sita in contrada Bulala di Gela. In particolare le attività economiche ed i beni oggetto del sequestro odierno sono costituiti da un complesso aziendale di una società, con annessa cava di estrazione, con sede a Gela; quote di maggioranza in 2 società con sedi a Gela, operanti nella lavorazione e trasporto di materiali inerti, quote di maggioranza di una società con sede a Gela, titolare di un istituto di bellezza; 2 fabbricati siti nel Comune di Gela; quota parte della multiproprietà di 4 fabbricati facenti parte di un complesso turistico siti nell’isola di Lipari, 45 terreni siti nel territorio del Comune di Gela, 6 rapporti bancari.