Pubblicato il: 25/09/2024 alle 14:35
Tentò di uccidere la moglie. Non ha avuto dubbi la procura e neanche il giudice che lo ha condannato per tentato omicidio. Quello che si sarebbe consumato, secondo la ricostruzione di carabinieri e magistrati, a colpi di accetta.
È di 8 anni la pena inflitta al settantaseienne insegnante in pensione di Serradifalco, Antonino Licalsi (assistito dall’avvocatessa Maria Giambra), così come chiesto dal pm Stefano Sallicano, accusato di tentato omicidio aggravato.
E il giudice David Salvucci, al termine del giudizio con rito abbreviato, lo ha pure condannato al risarcimento dei danni in favore della moglie, la sessantasettenne, G.S. (assistita dall’avvocato Nuccio Sollami) e al pagamento di una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 20 mila euro.
È la mattina del 15 marzo dello scorso anno che è scattato l’assalto. E per l’accusa non sarebbe stato frutto di un raptus ma, piuttosto, un atto premeditato sull’onda di situazioni familiari che si sarebbero venute a creare in quel periodo. E lui, seppur con dolore, avrebbe incassato la decisione della moglie.
Così l’ex prof, conosciuto in paese come persona assai mite, quella mattina, afferrata un’accetta di una quarantina di centimetri avrebbe raggiunto la moglie che in quel momento era sotto la doccia. E brandendo quell’arma avrebbe iniziato a colpirla alla testa e al torace ma , per buona sorte, non centrando la donna in zone vitali. Tant’è che non è mai stata in pericolo di vita. Ma ha rischiato grosso. Ma in tempo è riuscita a fuggire sottraendosi alla furia del marito.
Fin qui l’accusa. Sì, perché secondo la tesi difensiva l’insegnante non avrebbe avuto alcuna intenzione di uccidere. E anche le consulenze di parte redatte dagli esperti incaricati da procura e difesa hanno viaggiato su binari divergenti. Secondo il rapporto del medico legale Paolo Procaccianti, per la difesa, la donna avrebbe riportato «ferite superficiali e non profonde provocate da corpo tagliente».
Mentre per gli specialisti della procura, la medica legale Maria Francesca Berlich – affiancata dal neurologo Giuseppe Nibali – sarebbero stati «colpi da fendente».