Pubblicato il: 09/01/2021 alle 11:51
“I cittadini di Caltanissetta e i cittadini di Gela, attraverso i rispettivi comitati di quartiere, insieme ai rappresentanti degli abitanti dei restanti comuni della provincia, hanno da qualche tempo – si legge in una nota – intrapreso un dialogo/confronto con la neo costituita Assemblea Territoriale Idrica della provincia di Caltanissetta ed il suo presidente Massimiliano Conti e nell’incontro avuto hanno denunciato le inadempienze contrattuali del gestore privato Caltaqua e le inaccettabili e crescenti tariffe sino ad ora applicate. È di poche settimane fa – prosegue il documento – l’ennesima beffa ai danni dei cittadini. I vertici dell’Assemblea Territoriale Idrica, il commissario liquidatore dell’ATO CL6 e i manager di Caltaqua, hanno annunciato di aver raggiunto l’intesa sugli incrementi tariffari per il servizio idrico, secondo loro “ridotti del 4,2% e con un conguaglio in favore degli utenti”. Ma come già denunciato dai comitati e dal Forum dei movimenti per l’acqua pubblica nell’incontro con il presidente dell’ATI Massimiliano Conti , questa non rappresenta una riduzione della tariffa idrica, ma un ridimensionamento dettato dall’autority nazionale ARERA per l’eccessivo aumento forfettario del 5,4% previsto per il 2019 e non supportato da attendibili e veritieri moltiplicatori tariffari. In pratica un semplice adeguamento di legge al quale ottemperare grazie al controllo dell’ARERA. Non si ravvisa, quindi, alcuna riduzione della tariffa, ma l’ennesimo aumento dell’1,2%. I cittadini chiedono la verità sulle tariffe a partire dal 2013 ed anche sulla determinazione degli aumenti dal 2016 al 2019 e la verifica per gli anni che vanno dal 2007 al 2010, ritenendo illegittimi i costanti aumenti tariffari, che pesano ed hanno pesato ancora di più sulle condizioni economiche dei cittadini della provincia di Caltanissetta. Le tariffe venivano aumentate in base a quella dell’anno precedente, senza osservare il dettato dell’articolo 154 del Dlgs 152/2006, che stabilisce quali costi contribuiscono a formare la tariffa.
Sempre nell’ambito della tariffa, si deve purtroppo aggiungere che i “blocchi” rimasti in vigore fino al 2019 andavano aggiornati sin dal 2012, secondo la delibera dell’AEEGSI. La “quota fissa” a 60 Euro/anno a contatore, introdotta nel 2008, ma non prevista contrattualmente, doveva essere inserita solo per due anni, invece è stata mantenuta aumentando costantemente negli ultimi 4 anni fino a raggiungere 97,48 Euro/anno nel 2018, con un aumento complessivo superiore al 63%! La quota fissa per legge non avrebbe mai potuto superare il 20% del costo complessivo dell’ammontare in fattura, ma per anni si è raggiunto quasi il 30%. Attualmente, dopo l’intervento a rettifica dell’ARERA, la quota fissa ammonta a 55,05 Euro/anno, praticamente dimezzata per rispettare, appunto, i dettami di legge. E il rimborso per tutti gli anni precedenti?
Non si riesce a concepire il motivo per il quale, con l’assemblea ATI oramai insediata, gli incrementi tariffari vengano ancora varati dal Commissario dell’ATO CL6 e questi copriranno il periodo sino al 2023. I comitati di cittadini si chiedono, quanto bisognerà attendere ancora affinchè la nuova Assemblea Territoriale Idrica assuma piene funzioni per definire anche le tariffe? Cosa che ad oggi, dopo circa 15 anni di gestione privata, non è mai avvenuta. Ci vogliono regole semplici per la determinazione delle tariffe e si chiede all’ARERA una risposta alle 11.000 istanze presentate dai cittadini nisseni sul caro canone percepito indebitamente per una paventata distribuzione idrica h24 mai avvenuta e lungi dall’essere realizzata.
I cittadini denunciano inoltre la mancata ottemperanza al piano di investimenti finalizzato all’incremento degli standard qualitativi e quantitativi del servizio e al recupero di efficienza e efficacia dell’intero settore da parte del gestore. Il parametro dell’incremento della tariffa deve prioritariamente tener conto degli obiettivi in termini di efficienza e raggiungimento degli standard di servizio. Nell’arco temporale di cinque anni (dal 2006!) non si è avuta la distribuzione dell’acqua h24 e con la nuova convenzione del 2016 si fa solo, opportunamente, riferimento alla continuità del servizio, ma non all’h24. L’acqua si è rivelata non potabile o comunque non conforme agli standard previsti, soprattutto nella città di Gela nella quale la situazione è drammatica.
La situazione in cui versa il Servizio Idrico Integrato nella provincia di Caltanissetta, brevemente descritta, ma che potrebbe essere approfondita, conduce ad un'unica soluzione, quella della rescissione del contratto con il gestore privato Caltaqua S.p.A., come documentato e deciso un anno fa dalla commissione tecnica ai sensi dell’art.12 della L.R.19/15, e conseguentemente il risarcimento agli utenti. I cittadini hanno diritto ad essere risarciti per un servizio reso inefficiente ed inefficace, che ha procurato un danno economico ed anche alla salute pubblica in seguito alla mancata depurazione delle acque reflue e in assenza di manutenzione e messa in funzione dei depuratori (procedimenti di infrazione della C.E., definitivi e pendenti, ed inchieste della Procura di Caltanissetta. I cittadini infine auspicano che l’ATI prenda in pieno le responsabilità della gestione di tutte le problematiche più volte denunciate dai cittadini e dal Forum regionale acqua e beni comuni per chiudere definitivamente il servizio idrico tra i peggiori d’Italia e con le tariffe tra le più alte”.
I Comitati di quartiere cittadini:
SAN LUCA (CL), SANTA CROCE (CL), SANFRANCESCO/STAZZONE (CL), SANT’ELIA (CL), DUE FONTANE (CL), CENTRO STORICO “ANGELI” (CL), C.P.U. SANTA BARBARA (CL)
COMITATO FUORICALTAQUA DI GELA
FORUM REGIONALE ACQUA PUBBLICA E BENI COMUNI
CENTRO CONSUMATORI ITALIA