Pubblicato il: 06/10/2014 alle 08:01
Le nuove regole di rimborso dei debiti, imposte dall’Europa all’Italia, prevedono che le pubbliche amministrazioni rimborsino i propri creditori nel breve termine Alcuni analisti hanno identificato tra le principali cause di fallimento e chiusura aziendale di aziende che lavorano fornendo beni e servizi al settore pubblico, proprio quella del mancato recupero dei crediti e la conseguente impossibilità di far quadrare i bilanci. Nonostante la normativa nazionale sia diventata chiara e trasparente restano ancora molti gli enti locali che, ciechi, ignorano i propri debiti a discapito degli imprenditori.
Dopo aver atteso (inutilmente) i termini di legge, la cooperativa Etnos ha denunciato il mancato pagamento dei debiti spettanti dal comune di Serradifalco.
“Nonostante la cooperativa Etnos abbia avviato la procedura di riconoscimento dei debiti che il comune di Serradifalco ha contratto dal 2012 con la nostra organizzazione tramite la piattaforma crediti e debiti della pubblica amministrazione – si legge in una nota -, continua incessante il silenzio istituzionale per i debiti contratti nel 2012 e 2013”.
Il Comune della provincia nissena da anni vede crescere il progetto “Il Chicco di Grano” che, nel suo indotto, ingloba lavoratori e coinvolge molti fornitori locali. Tale progetto, inoltre, evita al comune un’esposizione finanziaria alta e, non meno importante, la possibilità di fruire delle agevolazioni previste dalla legge 35 del 2013.
“Questo silenzio – continua la cooperativa – però si è protratto oltre i 30 giorni dalla richiesta della certificazione del credito e così la prefettura di Caltanissetta ha nominato un commissario ad acta che sta ricostruendo i debiti che il Comune ha nei confronti della cooperativa. Chiaramente questa situazione presenta delle conseguenze non poco rilevanti”.
La legge, infatti, impone al Comune di presentare la certificazione entro 30 giorni dall’istanza di presentazione o, in caso contrario, motivare l’eventuale diniego. Il mancato rispetto dei termini o degli obblighi di certificazione comporta sanzioni per il dirigente responsabile (100 euro per ogni giorno di ritardo, come previsto dal comma 2 dell’articolo 7 del Dl 35/2013). “Qui c’è una novità importante sotto il profilo delle sanzioni – conclude la coopertativa -: la pubblica amministrazione inadempiente non può procedere a nuove assunzioni e non può ricorrere all’indebitamento (cioè chiedere prestiti) fino a quando non ha sanato la posizione”.