Pubblicato il: 22/07/2014 alle 13:30
E’ stato approvato Consiglio dell’Ordine degli ingegneri il nuovo Codice Deontologico. A darne l’annuncio è stato lo stesso Presidente di Caltanissetta, Fabio Corvo, che ha spiegato come gli ingegneri associati non siano più esenti dal principio “pecunia non olet”.
Si tratta, in breve, dell’obbligo del professionista di valutare il contesto nel quale deve operare e rifiutare nel caso in cui sia consapevole che sussistano affari illeciti. L’ingegnere che ometterà di seguire il codice deontologico potrà essere sanzionato dall’ordine.
In particolare Corvo riporta tre articoli che, modificati, ritiene significativi:
4.6 L’ingegnere non cede ad indebite pressioni e non accetta di rendere la prestazione in caso di offerte o proposte di remunerazioni, compensi o utilità di qualsiasi genere che possano pregiudicare la sua indipendenza di giudizio.
4.7 L'ingegnere verifica preliminarmente la correttezza e la legittimità dell'attività professionale e rifiuta di formulare offerte, accettare incarichi o di prestare la propria attività quando possa fondatamente desumere da elementi conosciuti che la sua attività concorra a operazioni illecite o illegittime e palesemente incompatibili coi principi di liceità, moralità efficienza e qualità.
5.3 Costituisce grave violazione deontologica, lesiva della categoria professionale, ogni forma di partecipazione o contiguità in affari illeciti a qualunque titolo collegati o riconducibili alla criminalità organizzata o comunque a soggetti dediti al malaffare.
Il preambolo del codice formulato sottolinea che “gli iscritti all’albo degli ingegneri della Provincia di Caltanissetta hanno coscienza che l’attività dell’ingegnere è una risorsa che deve essere tutelata e che implica doveri e responsabilità nei confronti della collettività e dell’ambiente ed è decisiva per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile e per la sicurezza, il benessere delle persone, il corretto utilizzo delle risorse e la qualità della vita”.
Diventerà indispensabile, dunque, rispettare i principi di autonomia intellettuale, trasparenza, lealtà e qualità della prestazione, indipendentemente dalla loro posizione e dal ruolo ricoperto nell’attività lavorativa e nell’ambito professionale.
Solo contrastando il “malaffare”, spiegano gli ingegneri, sarà possibile contrastare qualsiasi forma di criminalità organizzata, una piaga che coinvolge e soffoca l’intera società. Del resto, conclude il Presidente Corvo nella sua nota, la stessa Costituzione italiana sottolinea che ogni cittadino ha il dovere di contribuire al “progresso materiale o spirituale della società” (art 4) e che l’iniziativa economica privata, seppur libera, non deve “recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana” (art 41).