Pubblicato il: 20/01/2023 alle 15:01
Il Giudice per le indagini preliminari di Palermo, Fabio Pilato, ha emesso stamattina l’ordinanza di custodia cautelare per Giovanni Luppino, 59 anni, l’autista del boss mafioso Matteo Messina Denaro. In precedenza lo stesso Gip aveva convalidato l’arresto che era stato compiuto nella mattinata di lunedì 16 gennaio. Luppino, un commerciante di olive, era stato fermato quella mattina insieme all’ex superlatitante alla clinica “La Maddalena” di Palermo dopo aver accompagnato il boss nella struttura.
Dopo l’arresto, il 59enne aveva dichiarato agli investigatori di non essere a conoscenza della reale identità del superlatitante. Secondo il Gip, invece, Luppino sarebbe una persona di fiducia del boss e avrebbe goduto del pieno rispetto di Cosa Nostra. Lo stesso avrebbe tenuto in tasca dei “pizzini” e “una lunghissima serie di biglietti e fogli manoscritti con numeri di telefoni, nominativi e appunti di vario genere, dal contenuto oscuro e di estremo interesse investigativo”, così come scritto dal Gip nell’ordinanza. Luppino “ha dichiarato di ignorare la vera identità di Messina Denaro – scrive il Gip – specificando che, circa sei mesi addietro, il suo idraulico di fiducia, Andrea Bonafede, glielo aveva presentato indicandolo come un suo cognato, di nome Francesco”.
“Dopo quel brevissimo incontro, durato appena una manciata di minuti, non lo aveva più visto né incrociato, fino alla mattina del 16 gennaio 2023 quando il tale Francesco, sedicente cognato di Andrea Bonafede, si era presentato all’alba (ore 5,45 del mattino) per chiedergli la cortesia di accompagnarlo a Palermo, dovendo sottoporsi a delle cure mediche in quanto malato di cancro”. “Luppino ha concluso le sue dichiarazioni sostenendo di essersi reso conto della vera identità di Messina Denaro soltanto a seguito dell’intervento dei carabinieri, quando aveva chiesto al tale Francesco se cercassero lui, ottenendo in risposta le testuali parole: “Si, è finita”. L’uomo è originario di Campobello di Mazara, località poco distante da Castelvetrano dove in questi giorni sono stati scoperti tre covi utilizzati da Matteo Messina Denaro. Luppino da qualche tempo gestiva, insieme ai figli, un centro per l’ammasso delle olive cultivar Nocellara del Belìce, alla periferia di Campobello di Mazara.