Pubblicato il: 19/07/2020 alle 08:20
Sono numeri ancora fortunatamente bassi per spaventare, ma in Sicilia la settimana dall’11 al 18 luglio, per quanto riguarda l'epidemia da coronavirus, è stata la peggiore da maggio a questa parte.
Diciassette – scrive Luigi Ansaloni su gds.it – i casi di Covid-19 negli ultimi sette giorni contro i cinque della settimana precedente, dunque più che triplicati. Se contiamo anche quelli dei migranti il totale sale a 42, quindi otto volte maggiori rispetto alla rilevazione tra 4 e 11 luglio. Così tanti non si vedevano da due mesi. Non solo: tutti gli indicatori, tranne per fortuna quello delle vittime, fermo a 283 (nessuna, nell’ultima settimana, ed è la prima volta da marzo), sono nettamente peggiorati.
Secondo i dati di ieri, il totale di positivi dall’inizio è 3.140. Sabato 11 luglio i casi registrati erano 3098. Gli attuali positivi sono 162, contro i 123 della settimana prima, ma a destare maggiore impressione sono i ricoveri, più che raddoppiati (da 6 a 14), anche se per fortuna nessuno in terapia intensiva. Quest'ultimo dato è quello che fa capire perchè non c'è ancora allarme, al di là di numero: per mesi gli esperti ci hanno detto che quello delle intensive era il più pericoloso, quello da guardare affinchè il sistema sanitario non collassasse. Dunque, zero è il meglio che si possa sperare.
Quasi nullo il numero dei guariti (3), e questa è una cosa che ancora non si riesce a capire, visto che al contrario in tutte le altre Regioni i numeri, sotto questo punto di vista, sono ben altri.
Per quanto riguarda le provincie e i casi totali di coronavirus dall’inizio dell’epidemia, ne sono stati rilevati 789 (+9 rispetto a martedì 14 luglio) a Catania, 507 (+3) a Palermo, 474 a Messina, 439 (+1) ad Enna, 330 (+1) a Siracusa, 186 a Caltanissetta, 138 (+1) ad Agrigento. 137 a Trapani e 115 (+25 ma si tratta dei migranti) a Ragusa.
Anche dall’Rt, indice di contagiosità, della Sicilia non arrivano buone notizie: è ancora abbondantemente sotto l’1 ma quasi raddoppiato rispetto ad una settimana fa, da 0,24 a 0,43. Sono sei le Regioni italiane in cui l’indice di contagiosità Rt ha superato il livello di guardia: si tratta di Veneto, Toscana, Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, secondo quanto emerso dal monitoraggio effettuato dal ministero della Salute nel periodo compreso tra il 6 e il 12 luglio.
Questi i dati riferiti alle singole Regioni e alle Province autonome: Abruzzo: Rt 0.21, Basilicata: Rt 0.02 Calabria: Rt 0.13, Campania: Rt 0.93, Emilia Romagna: Rt 1.06, Friuli-Venezia Giulia: Rt 0.77, Lazio: Rt 1.23, Liguria: Rt 0.78, Lombardia: Rt 1.14, Marche: Rt 0.63, Molise: Rt 0.05, Piemonte: Rt 1.06, Bolzano: Rt 0.14, Trento: Rt 0.25, Puglia: Rt 0.07, Umbria: Rt 0.39, Sardegna: Rt 0.32, Sicilia: Rt 0.43, Toscana: Rt 1.24, Valle d’Aosta: Rt 0.19, Veneto: Rt 1.61.
L'allarme nuovi focolai di coronavirus insomma è riaffiorato prepotentemente a metà luglio, e tanto è bastato per indurre l'Istituto Superiore di Sanità a lanciare un appello per "rafforzare l'attenzione", perché "in caso contrario nelle prossime settimane potremmo assistere ad una inversione di tendenza con aumento rilevante nel numero di casi a livello nazionale". (Luigi Ansaloni, Gds.it)