Pubblicato il: 05/01/2022 alle 14:33
Numeri mai visti prima. Il coronavirus galoppa, e la nostra speranza è che sia l’ultimo sprint prima della fine di questa emergenza pandemica che ci devasta, anche mentalmente ed economicamente, da due anni. L’Asp, al termine di un colloquio col sottoscritto, sta chiedendo alla Regione la proclamazione di zona arancione per Gela. E’ una cosa che non avrei mai voluto, ma che non si può non fare.
Un appello mi preme fare alla città in questo momento così delicato: manteniamo tutti la calma. Questa variante del virus, ce lo avevano detto gli esperti, è molto più infettiva, ma, nella maggior parte dei casi e soprattutto tra i vaccinati, quasi innocua e assimilabile ad un comune raffreddore. Quindi, tranquillità ma massima attenzione. Dobbiamo essere accorti e responsabili, rispettare alla lettera le regole anticontagio e vaccinarci. Inutile sottoporsi continuamente al tampone, soprattutto in assenza di sintomi o per paura. Dobbiamo lasciare la corsia libera per chi ha reale necessità, per chi è stato in contatto con un positivo o non sta bene.
Come Comune, stiamo facendo il possibile per contrastare questa quarta ondata e contenerne gli effetti peggiori. In molti mi stanno chiedendo di non riaprire le scuole il 10 gennaio. Lo capisco, ma al momento le direttive regionali vanno in tutt’altra direzione. In ogni caso, sono ogni giorno in contatto con ASP e Prefettura e non escludo nulla, ad oggi. Di sicuro, c’è solo che ho richiesto, e stanno per partire, gli screening per alunni, insegnanti e personale scolastico, per capire se sia possibile garantire in sicurezza il ritorno tra i banchi.
Per il resto, stiamo a casa se non è indispensabile uscire: non è ancora il momento, purtroppo, di fare vita sociale, anche perché il picco della curva epidemiologica non è stato ancora raggiunto. Con oltre 2000 positivi in città, e i numeri altrove in Sicilia e in Italia non sono diversi, c’è solo da stare attenti. Mascherine anche all’aperto, igienizzazione delle mani, evitare luoghi affollati e vaccini. Chi può lo faccia. Pazienza per le lunghe attese, l’ASP si sta riorganizzando per migliorare il servizio, ma perdere un paio d’ore non è nulla di fronte all’eventualità di ammalarsi o contagiare i soggetti fragili che ci stanno accanto.Passerà anche questa, statene certi. Ma, se facciamo squadra, passerà prima.