Pubblicato il: 07/03/2023 alle 18:24
Tutti assolti e un’unica condanna per il sospetto scandalo dei corsi truccati all’istituto penale minorile di Caltanissetta. A rimediare 2 anni e 8 mesi Alfonsa, detta Nuccia, Micciché, ex direttrice dell’Ipm per la quale il pm Simona Russo aveva chiesto 5 anni. Nuccia Micciché, difesa dagli avvocati Raffaele e Riccardo Palermo, è stata condannata per il solo reato di istigazione alla corruzione mentre è stata assolta per i reati di associazione a delinquere, corruzione, abuso in atti d’ufficio e induzione indebita. In buona sostanza crolla il castello accusatorio secondo il quale era stata messa in piedi una vera e propria associazione a delinquere, dedita alla corruzione, e finalizzata a truccare i progetti di formazione professionale per i minori detenuti all’interno dell’Ipm.
Il tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo, a latere Nicoletta Frasca e Maria Vittoria Valentino, ha assolto Federica Fiorenza, figlia di Nuccia Micciché, per la quale il pm aveva chiesto 2 anni, Giuseppe Focaccio, presidente della Onlus L’Araba Fenice, per il quale erano stati chiesti 4 anni, Gaetana Rosaria Migali, dipendente della stessa Onlus, per la quale erano stati chiesti 3 anni e 6 mesi. Assolti, così come chiesto dal pm, l’altro figlio di Nuccia Micciché, Fabrizio Fiorenza, Emiliano Longo, l’amministratore unico dell’associazione “Iopervoiperio” William Di Noto e il legale rappresentante del centro servizi formativi Enaip Salvatore D’Antoni.
A difenderli gli avvocati Rudy Maira, Giacomo Butera, Walter Tesauro, Davide Anzalone, Diego Giarratana, Federica La Verde e Carlo Petitto. Rigettata la richiesta di risarcimento danni dalla Cgil che si era costituita parte civile. L'indagine affidata ai carabinieri aveva ipotizzato l'esistenza di almeno quattro corsi professionali affidati a strutture ritenute compiacenti, per pizzaiolo o di qualificazione per il mondo dei cavalli, destinati ai giovani reclusi dell'istituto per minorenni e organizzati tra il 2013 a fino a poco prima che scattasse il blitz, nel 2015. Secondo l'accusa l’ex dirigente dell’Ipm nisseno avrebbe favorito associazioni per l’organizzazione di corsi dedicati ai minori detenuti e, in cambio, avrebbe ottenuto incarichi di docenza o tutoraggio per suoi familiari o parenti.