Pubblicato il: 24/02/2021 alle 12:44
"La tendenza della criminalità organizzata a prediligere una silente infiltrazione nel tessuto
socio-economico in luogo dei più tradizionali metodi violenti sembra consolidarsi anche nella
provincia di Caltanissetta. Nel semestre in esame, infatti, si registra solo un tentato omicidio,
consumato nelle campagne del comune di Acate, che ha visto come vittima un
pregiudicato residente a Gela, nonché l’omicidio di un cittadino pakistano con precedenti
di polizia per il quale sono stati arrestati una decina di suoi connazionali165.
Sembra quindi confermato l’intendimento privilegiato di cosa nostra al controllo dei settori
produttivi in maniera da gestire i principali flussi di denaro attraverso l’aggiudicazione
di appalti pubblici al fine di trarre profitti da reimpiegare, mediante fittizie intestazioni,
nell’economia legale". E' quanto emerge dalla relazione semestrale della Dia.
"Una valutazione confermata dal Procuratore Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, Gabriele
Paci, il quale ha osservato come “…“Cosa nostra” continui ad essere l’organizzazione mafiosa di
principale riferimento, in grado di condizionare l’economia legale del territorio, soprattutto nei settori
dell’edilizia, del movimento terra, delle fonti di approvvigionamento dei materiali inerti, dello smaltimento
dei rifiuti, delle scommesse e dell’agricoltura, in quest’ultimo caso grazie all’illecito accaparramento di
lotti di terreni, poi utilizzati per ottenere pubblici contributi”. La citata Autorità giudiziaria ha,
inoltre, evidenziato con riferimento all’inquinamento del tessuto produttivo, che emerge “…
in numerosi casi, un perverso rapporto tra i membri delle famiglie mafiose ed alcuni imprenditori,
caratterizzato non più dallo stato di soggezione di questi ultimi ma da un mutuo scambio di favori, atto
a favorire l’infiltrazione mafiosa nell’economia legale proprio grazie al ruolo di intermediazione svolto
da fiduciari titolari di alcune imprese, che hanno così di fatto assunto un ruolo monopolista sul mercato,
scardinando le regole della libera concorrenza”.