Pubblicato il: 05/09/2023 alle 08:59
La variante BA.2.86 (Pirola) molto probabilmente non sarà la nuova Omicron, che, a partire da novembre 2021, fu capace di diffondersi velocemente e portare il numero di contagi globali a cifre mai viste grazie a una quantità inedita di mutazioni. BA.2.86 condivide con Omicron l'elevato numero di mutazioni e questa caratteristica ha fatto scattare l'allarme dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che l'ha subito inserita tra le varianti sotto monitoraggio.
Due studi condotti indipendentemente all'Università di Pechino e al Karolinska Institutet di Stoccolma ora però tranquillizzano: anche se Pirola è capace di eludere la risposta immunitaria, è meno contagiosa rispetto alle altre varianti attualmente in circolazione. Le due ricerche non sono state ancora revisionate dalla comunità scientifica, ma arrivano da laboratori considerati molto affidabili: quello di cui è membro Cao Yunlong, ricercatore inserito dalla rivista Nature tra le dieci persone che hanno più influenzato il panorama scientifico nel 2022 proprio per il suo impegno nella ricerca sulle varianti, e quello di Benjamin Murrell, dedicato all'immunologia e alla virologia al Karolinska Institutet. I due ricercatori hanno diffuso i risultati su X (ex Twitter).
Secondo le due ricerche, BA.2.86 è capace di sfuggire all'immunità sviluppata con precedenti infezioni o con il vaccino, tuttavia in chi ha contratto infezioni di recente la risposta immunitaria non è del tutto inefficace. Ciò potrebbe indicare che la vaccinazione è in grado di fornire una qualche protezione contro il nuovo ceppo del virus. Non meno importante il fatto che la variante non abbia una grande capacità di diffondersi: «abbiamo scoperto che BA.2.86 mostra un'infettività cellulare inferiore rispetto a XBB.1.5 ed EG.5», afferma Cao Yunlong.
Intanto, una ricerca pubblicata sulla piattaforma bioRxiv aggiunge nuove informazioni sulla variante EG.5 (Eris), da qualche giorno dominante su scala mondiale e in crescita anche in Italia dove, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, a metà agosto aveva già raggiunto il 25,8% dei contagi. La ricerca, condotta dall'università di Tokyo, ha rilevato in esperimenti su criceti che la variante sembra avere una maggiore capacità di infettare i polmoni. Ciò potrebbe tradursi, almeno in una parte dei pazienti, in manifestazioni più severe di Covid-19.
L'Italia non fa eccezione: secondo l'ultima rilevazione dell'Iss tutti gli indicatori sono in salita: +28,1% i casi positivi, +47,7% i decessi; +1,3% il tasso di positività ai tamponi. Al momento, invece, non arrivano segnali di sofferenza dagli ospedali. Il trend della pandemia e dati sulle varianti, tuttavia, riaccendono l'attenzione sull'importanza della vaccinazione: nei giorni scorsi l'Ema ha dato il primo via libera al vaccino aggiornato a XBB.1.5 di Pfizer e BioNTech.
Secondo le aziende, il prodotto protegge dalle varianti XBB, compresa Eris, che discende da XBB.1.9.2. Il vaccino è atteso per ottobre; è raccomandato alle persone anziane e con elevata fragilità, alle donne in gravidanza e agli operatori sanitari. Potrà essere consigliato, inoltre, a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità.