Contestano i nuovi provvedimenti del governo nazionale e si considerano una delle categorie che più di ogni altra ha subito i costi del lockdown prima e delle nuove restrizioni varate in questi giorni dal governo regionale e nazionale. "La chiusura alle 18 penalizza fortemente la ristorazione proprio quella più facilmente controllabile – dice Doriana Ribaudo dell' Osteria Ballarò – Già avevamo ridotto del 50% la capienza del nostro ristorante e assicurato alti standard di sicurezza anche con tamponi ogni 15 gg a tutti i nostri dipendenti. Con lo smart working il pranzo rappresenta il 5% del nostro incasso. Venendo meno le ore della cena il colpo è mortale. Inoltre vorrei capire perché se ospito 50 persone a pranzo non c'è rischio di contagio, invece se li ospito a cena si. Se siamo davvero noi la causa del contagio ci chiudano senza mezze misure. Almeno avremmo certezza che il nostro sacrificio sia utile a tutti. Queste contraddizioni lasciano parecchi dubbi. È un governo che naviga a vista, che non sa prendere decisioni. Avremmo notevolmente preferito un lockdown breve e programmato che questa lenta agonia che ci porterà comunque ad un lockdown". La scorsa notte 300 titolari di pub e ristoranti si sono presentata davanti a Palazzo d'Orleans sede della presidenza della Regione per rappresentare la loro protesta. Nel corteo si sono inseriti anche esponenti di Forza Nuova, No Mask.
Solo quando sono rimasti solo loro davanti alla Regione il clima si è fatto caldo con l'aggressione verbale a una troupe della Rai. C'è stato solo qualche momento di tensione con l'accensione di fumogeni. Il corteo era seguito dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa. (ANSA).
Covid, in Sicilia ristoratori contro dpcm: “Così siamo destinati a fallire, perchè a pranzo aperti e a cena no?”
Lascia un commento
Lascia un commento