Pubblicato il: 04/01/2023 alle 16:46
Medici e primario aggrediti verbalmente e minacciati per avere chiesto ad alcuni parenti di un degente di indossare la mascherina contro il Covid, obbligatoria nelle strutture sanitarie. La denuncia, attraverso il proprio profilo social, arriva dal primario del reparto di Medicina dell'ospedale San Giacomo d'Altopasso di Licata (Agrigento). "Vivere e lavorare in questa società – scrive – ormai è diventato assolutamente improbo. L'uso della mascherina è obbligatorio quantomeno fino al 31 marzo ed è previsto l'ingresso di assistenti, parenti e/o visitatori nella misura di uno per volta. Il semplice fatto di chiedere di rispettare le regole diventa quasi lesa maestà. Nella giornata di ieri (ma avviene praticamente tutti i giorni) il sottoscritto e il personale sanitario in servizio siamo stati aggrediti verbalmente e minacciati al punto da dover richiedere l'intervento dei carabinieri".
"Danneggiamenti al pronto soccorso dell'ospedale Cervello di Palermo, minacce di morte a un medico dell'ospedale di Partinico, minacce a un'infermiera e a una guardia giurata dell'ospedale dei Bambini di Palermo: sembrano ormai episodi di un bollettino di guerra le notizie che provengono dagli ospedali siciliani. Siamo vicini a tutto il personale sanitario delle strutture del territorio, che troppo spesso finisce con l'essere il bersaglio delle tensioni che esplodono nei nosocomi". Ad affermarlo è il segretario generale Cisl Medici Palermo Trapani Loreto Galbo.
"Il vulcano della violenza operatori sanitari fa nuovamente riaffiorare la propria 'lava' in questo scorcio di inizio anno, riproponendo uno dei tanti problemi della sanità, ovvero quello della sicurezza degli operatori sanitari sul posto di lavoro- aggiunge – aggiunge- serve una rapida soluzione e un valido tentativo potrebbe essere quello di inserire la figura professionale del cosiddetto 'mediatore di salute', che, forte di una preparazione psicologica ed educativa, possa tranquillizzare i parenti preoccupati di coloro che afferiscono ai pronto soccorso e in tutti quei reparti ospedalieri in cui vi è una elevata necessità comunicativa medico-familiare".
"Siamo vicini a tutti i medici infermieri vigilanti, che hanno subito aggressioni – commenta Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani -, questi fatti confermano la necessità di prevedere anche l'utilizzo di figure professionali alle quali affidare il complicato compito della gestione delle ansie, delle paure, delle emergenze che purtroppo se non gestite in modo professionalmente adeguato creano situazioni di pericolo e di stress che mettono a repentaglio tutta l'organizzazione dei luoghi destinati alla cura e alla salvaguardia del benessere delle persone". (ANSA).