Pubblicato il: 19/07/2014 alle 09:00
Segno positivo per l’economia dell’isola ma ancora il tasso di occupazione resta molto basso: ad essere senza lavoro, secondo i dati rilevati dalla Fondazione Res, sono ancora una persona su 4 (il 22,9%).
l'Istituto di ricerca su economia e società in Sicilia ha riscontrato un rialzo del PIL pari allo 0,5% che, entro il 2015, potrebbe salire anche fino all’1,6%. Gli imprenditori, però, restano ancora timorosi e non accettano il “rischio” di assumere personale.
Proprio alla luce di questa percezione la Regione Sicilia ha avviato il Piano Giovani per incentivare l’assunzione di nuovo personale che possa evitare la stagnazione dell’economia e incoraggiare le aziende ad aumentare le risorse umane in modo stabile.
Dall’inizio della crisi, nel 2007, i posti di lavoro persi sono circa 178 mila, il 4,5% in più di quelli di tutta l’Italia; un dato che ha fatto salire il massimo storico mai raggiunto al pari di Calabria e Campania.
I posti di lavoro persi rispetto all’inizio della crisi (2007) sono 178 mila e i settori più colpiti sono quello delle costruzioni (-18 mila unità, -18%) e quello dei servizi (-13 mila unità), mentre l’industria in senso stretto fa segnare un 6,1% dal 2007. Bene il settore del turismo che, però, cresce quasi esclusivamente grazie agli afflussi dall’estero.
L’economia siciliana cresce, ma non trascina con sé l’occupazione: anzi la percentuale dei senza lavoro raggiungerà un nuovo record al 22,9%. Èil dato che emerge dal “CongiunturaRes”, il rapporto di analisi e previsioni dell’economia dell’Isola a cura della Sebbene il Pil reale nel 2014 sia previsto in crescita dello 0,5% (e del 1,6% nel 2015), questo incremento non si traduce in nuova occupazione. Anzi, il tasso di disoccupazione raggiungerà il nuovo massimo storico del 22,9% quest’anno (l’anno scorso era al 21%) per poi rimanere al 23% nel 2015. Un livello che colloca la Sicilia agli ultimi posti della graduatoria nazionale, dopo Calabria (25,4%) e Campania (23,5%).
“L’economia siciliana – spiega Adam Asmundo, responsabile delle analisi economiche della Fondazione Res – continua a cambiare, sotto i colpi della crisi. I segni sono evidenti in due direzioni e riguardano, da un lato, i confortanti risultati delle aziende più competitive, che consolidano posizioni di mercato e redditività e, dall’altro, lo slittamento verso mercati informali e verso il sommerso di gran parte delle produzioni tradizionali e meno competitive. Anche il mercato del lavoro risente fortemente di questi cambiamenti, con un numero e una percentuale di senza lavoro ai massimi storici”.
Meno imprese che restano aperte ma consumi in ripresa: insomma i siciliani credono veramente che ci sia una luce alla fine del tunnel. La Confcommercio, all’apertura dei saldi, ha auspicato che il bonus di 80 euro aggiunto dal Governo Renzi nella busta paga poteva essere reintrodotto nel mercato con un incremento degli acquisti.