Pubblicato il: 13/01/2014 alle 07:37
C'è chi ha perso la vita. E c'è chi ha perso la libertà. A legare le storie di tante, troppe, persone è lo stesso tragico colpevole: la crisi. I “morti di crisi”, coloro che hanno scelto di morire perché non hanno visto davanti a sé altra via d'uscita, sono diventati un dramma quotidiano. Lo stesso, purtroppo, sta succedendo con i “carcerati di crisi”: quegli italiani che, spinti dalla condizioni impossibili di vita, sono sfociati nell'illegalità. Â
I numeri non lasciano spazio a dubbi. Dall'inizio della crisi, osservando i dati dal 2007 al 2013, i detenuti nelle carceri italiane sono complessivamente aumentati del 28%, che in termini assoluti si traduce in poco meno di 14 mila “nuovi” reclusi.  Ma – fa notare la Fondazione Leone Moressa, che si occupa di studi e ricerche sull'economia dell'immigrazione – mentre l'incremento tra gli stranieri è stato circa del 20%, quello degli italiani è stato molto più elevato, 34%.Â
Il risultato di queste dinamiche, spiega il centro di ricerca, è che la popolazione carceraria straniera si sta progressivamente ridimensionando. I detenuti stranieri in Italia sono 21854 e rappresentano il 35% del totale detenuti. L'incidenza più elevata, come mostra lo studio, si registra nelle regioni del Nord: fra quelle con più di mille detenuti stranieri la percentuale più alta si registra in Liguria, Veneto e Toscana.Â
Le tipologie di reato più diffuse sono quelle contro il patrimonio e quelle relative alla legge sulla droga, 25%, seguiti dai reati contro la persona. Per quanto riguarda l'incidenza degli stranieri sul totale della popolazione carceraria, essa è naturalmente molto alta per i reati legati alla legge sull'immigrazione, 91%.Â
Il 40% dei detenuti per produzione e spaccio di stupefacenti è costituito da stranieri – spiega la Fondazione Leone Moressa – incidenza che scende al 31% esaminando i reati contro la persona, al 29% per i reati contro il patrimonio ed al 9% per i reati legati alle armi.
Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “dall'inizio della crisi i detenuti italiani sono aumentati con un ritmo molto più sostenuto rispetto a quello degli stranieri. Si può ipotizzare – spiegano – che la crisi economica e la conseguente crescita della disoccupazione, mentre nel caso degli stranieri spinge maggiormente a cercare fortuna in altri Paesi, per i nostri connazionali sfoci purtroppo spesso nell'illegalità”. Ecco come nascono i “carcerati di crisi”.Â