Pubblicato il: 16/07/2016 alle 14:42
Il Movimento Cinque Stelle di Caltanissetta, tramite il proprio portavoce in Consiglio Comunale Giovanni Magrì, ha inviato all'Assessore Regionale delle Autonomie Locali e, per conoscenza, al Prefetto di Caltanissetta e al Presidente della Regione Siciliana una richiesta volta a promuovere la rimozione del Sindaco di Caltanissetta, da parte del Presidente stesso, per gravi e persistenti violazioni di legge.
“Mentre i componenti dell'Alleanza per la Città (Polo Civico, Pd e Udc) continuano, con scarsi risultati, a giocare al rimpasto – scrive Magrì – sottraendo tempo ed energie alle vere ed impellenti esigenze dei Cittadini, lasciando per strada diverse opportunità di finanziamento mostrandosi così in perfetta linea con quanto accaduto durante la precedente amministrazione. Ad esempio il progetto di circa 1.000.000 di euro per l'adeguamento dello Stadio Comunale “Marco Tomaselli”, che vede escluso, nel 2013, dai finanziamenti di cui al bando dell'Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo del 2011″.
“Il Sindaco di Caltanissetta – dice il consigliere grillino – in barba alla trasparenza e alla tanto declamata democrazia partecipata, non ha mai presentato, da quando si è insediato, la prevista relazione annuale scritta al Consiglio Comunale sullo stato di attuazione del programma e sull'attività svolta e, nonostante lo avessimo già diffidato al riguardo nel mese di Giugno dello scorso anno, non ha risposto alla gran parte delle interrogazioni dei consiglieri comunali entro il termine previsto di trenta giorni. E ciò, secondo l'articolo 27, comma 2, della Legge Regionale 26 Agosto 1992, n.7, è rilevante affinché il Presidente della Regione, su proposta dell'Assessore delle
Autonomie Locali, disponga la rimozione dello stesso Sindaco per gravi e persistenti violazioni di legge”.
“Noi – conclude Giovanni Magrì – abbiamo presentato 33 interrogazioni; il Sindaco ha risposto nei tempi previsti solo in 13 casi, per lo più relativi alle interrogazioni presentate nei primi mesi dopo l'insediamento; in altri 18 casi ha risposto ben oltre i
tempi previsti, in media dopo 97,5 giorni, una volta perfino 386 giorni dopo; nei rimanenti due casi, pur essendo già decorso i termini previsti, non ha ancora risposto. Auspichiamo, quindi, che le autorità preposte vogliano, in tempi brevi, procedere nel senso previsto dalla legge e invitiamo, infine, gli altri gruppi consiliari a comunicare
all'Assessore delle Autonomie Locali, a supporto della nostra richiesta, eventuali ritardi nelle risposte alle interrogazioni presentate dai componenti dei gruppi stessi”.