Pubblicato il: 05/02/2020 alle 17:06
«Mi manda la Stidda. Prepara 150mila euro entro quindici giorni. E tu sai a chi rivolgerti». Sono le parole, pronunciate con stretto accento gelese, da parte di un 39enne originario della Sicilia ma residente a Busto Arsizio (Varese) che è stato arrestato con altri due per alcuni incendi a fini di estorsione dai carabinieri di San Donato Milanese. Gli altri sono un 47enne di Melegnano (Milano) e un 52enne di origine gelese, ma residente a San Donato Milanese, tutti legati alla Stidda, la «quinta mafia» siciliana.
Il primo incendio, che diede il via alle indagini, fu appiccato il 14 marzo del 2019 nella sede legale della «Immobiliare Luce», una società che costruisce e vende appartamenti a San Giuliano Milanese, con un importante volume di affari. Inequivocabile l’origine dolosa, con il ritrovamento di una tanica con liquido infiammabile.
Il 2 aprile il titolare era stato avvicinato, davanti al suo ufficio, da un uomo, a volto scoperto, che gli aveva imposto di dare 150mila euro da consegnare «a chi sai tu». L’imprenditore aveva rifiutato ed erano proseguiti gli incendi: il 27 maggio 2019, con un raid quasi di matrice militare, all’interno di un cantiere della società erano stati bruciati due grossi camion per il movimento terra, del valore di quasi 300mila euro. Sul posto, molti reperti che lasciavano intendere la preparazione degli autori: bombolette di gas, taniche di benzina e stracci utilizzati come innesco.
Il 4 giugno, a San Giuliano Milanese, in un altro cantiere era stato dato alle fiamme un container adibito ad ufficio vendite degli appartamenti. L’imprenditore – spiegano i militari – non ha mai ceduto alla richiesta di denaro e ha denunciato quanto accaduto ai carabinieri, fornendo una collaborazione determinante allo sviluppo delle indagini.