Le malattie gastrointestinali sono tra le più diffuse in assoluto: secondo le stime del Ministero della salute in Italia ne soffre almeno il 40% della popolazione. Gastrite, sindrome dell’intestino irritabile e reflusso gastroesofageo, sono le forme di malattie legate all’apparato digerente più frequenti ma ve ne sono molte altre. Per conoscere falsi miti e realtà in merito a sintomi e patologie dell'apparato digerente ci siamo rivolti a Marcello Maida, Gastroenterologo del Centro Ippocrate di viale Sicilia, a Caltanissetta e dirigente medico dell'Asp di Caltanissetta.
Dottore Maida, chi è e di cosa si occupa il Gastroenterologo?
Il Gastroenterologo è lo specialista di riferimento delle malattie del fegato e del tratto gastrointestinale. Si occupa pertanto della gestione di un ampio spettro di patologie molto frequenti e di interesse sempre più comune.
Il lavoro del Gastroenterologo non si limita quindi ad eseguire una gastroscopia o una colonscopia?
Assolutamente no. Si tratta soltanto di due esami complementari alla diagnostica, come molti altri, ma il primo passo è sempre costituito da una visita Gastroenterologica che permette di inquadrare il problema, identificare eventuali esami ad eseguire, prescrivere una terapia. La visita permette, ad esempio, di individuare i pazienti che non hanno bisogno di eseguire una gastroscopia o una colonscopia come primo esame.
Come si tratta il “mal di pancia”?
Si tratta di una domanda che non ha una risposta facile. Le cause del così detto “mal di pancia” sono davvero tantissime. Ancora una volta è necessario visitare il paziente per capire se la sintomatologia è causata da una malattia funzionale, ad esempio una sindrome dell’intestino irritabile, oppure una intolleranza al lattosio, e distinguerle da malattie infiammatorie più serie come ad esempio la Malattia di Crohn, la Colite ulcerosa o la Celiachia. In molti di questi casi è necessario eseguire dei test diagnostici specifici per confermare o escludere la patologia.
Esiste una terapia specifica per chi soffre di colite?
Il termine colite è generico e non significa praticamente nulla. Esistono delle coliti vere nelle quali è documentata una infiammazione e una eziologia specifica, come ad esempio le coliti da malattia infiammatoria cronica (IBD), le coliti infettive ed altre ancora, ma va sempre individuata la malattia specifica per una maggiore certezza diagnostica e per una terapia precisa.
A proposito di intolleranza al lattosio, come si esegue la diagnosi?
I cosiddetti test di intolleranza alimentare che vengono eseguiti con un prelievo del sangue non hanno ad oggi nessuna validità scientifica dimostrata. Per alcune intolleranze specifiche, come quella al lattosio, esistono invece dei test diversi di comprovata efficacia, come il test del respiro al carbonio che si può eseguire in appena due ore in ambulatori specialistici come il nostro al Centro Ippocrate a Caltanissetta.
Celiachia e intolleranza al glutine sono sinonimi?
No. La malattia celiachia è una malattia intestinale caratterizzata da gravi lesioni della mucosa causate dall’ingestione di glutine in individui geneticamente predisposti. E’ possibile fare diagnosi di malattia celiaca grazie a esami validati come i test sierologici, la gastroscopia con biopsie, l’esame istologico e quando necessario anche il test genetico.
L’intolleranza al glutine non celiaca, si presenta con sintomi spesso simili e scatenati sempre dall’ingestione di glutine, ma in presenza di test sierologici, endoscopici ed istologici assolutamente normali. Al contrario della celiachia, al momento non esistono esami specifici che si possono utilizzare per la diagnosi di certezza dell'intolleranza al glutine non celiaca.
Gastrite e reflusso gastroesofageo rappresentano un problema piuttosto comune, ma è sempre necessario effettuare una gastroscopia?
No, al di sotto dei 45 anni e in assenza di segni di allarme (che valuterà il medico) non è indicata in un primo momento l'indagine invasiva. Nel caso della malattia del reflusso si pratica un ciclo di terapia e si valuta la risposta mentre per ciò che riguarda l'epigastralgiaè indicato il test dell'Helicobacter Pylori che indirizza verso la corretta terapia. Questo test è eseguibile al Centro Ippocrate.
Una parte del suo lavoro consiste quindi nella gestione delle malattie del fegato?
Certamente. Al momento vi sono stati rilevanti progressi terapeutici che ci consentono di eseguire terapie efficaci per la soppressione dell’infezione da virus dell’epatite B, e per l’eradicazione dell’infezione da virus dell’epatite C in percentuali che si avvicinano al 100% dei casi. Per altre patologie, come ad esempio la steatoepatite alcolica, non esistono in commercio terapie specifiche, ma molti farmaci sono attualmente in fase di sperimentazione ed è fondamentale identificare i pazienti a rischio di tale patologia, che potrebbero beneficiare in futuro di un trattamento specifico.
I pazienti temono le procedure invasive.E’ sempre necessaria una biopsia del fegato per ottenere una diagnosi?
Assolutamente no. La biopsia epatica rappresenta sempre il goldstandard, ovvero la metodica ideale, per la diagnosi di molte malattie del fegato, ma molto spesso non è necessaria, ed oggi abbiamo a disposizione una metodica non invasiva, il “Fibroscan”, che permette di stimare il grado della fibrosi epatica senza necessità di biopsia. Questa metodica, adesso, è disponibile anche a Caltanissetta presso la nostra UOC di Gastroenterologiadegli Ospedali Riuniti S. Elia – Raimondi.
Il dietista o il biologo nutrizionista hanno un ruolo nell’affiancare il Gastroenterologo?
Certamente si, hanno un ruolo fondamentale, ma è necessario riferirsi a dietisti o nutrizionisti esperti nella gestione delle malattie epatiche o intestinali. Diete sbilanciate, che determinano una rapidaperditadi peso e che impongono una totale eliminazione di molti alimenti devono essere assolutamente evitate. Inoltre la collaborazione reciproca tra Gastroenterologo e dietista sono essenziali per calibrare un approccio personalizzato al paziente.
Infine, è importante la prevenzione in Gastroenterologia?
La prevenzione ha un ruolo fondamentale in generale Medicina e quindi anche in Gastroenterologia. La prevenzione primaria consiste nella rimozione dei fattori di rischio modificabili, quindi va ribadita l’importanza di eseguire ad esempio un’alimentazione sana ed equilibrata, di limitareil consumo di alcolici ecc. La prevenzione secondaria consiste invece nella diagnosi precoce della malattia. Questo concetto è ben applicabile nello screening del tumore del colon-retto, ambito nel quale il test del sangue occulto e la colonscopia hanno consentito nel tempo un abbattimento dell’incidenza e della mortalità di questa patologia. Quindi è sempre importante tenersi informati e recarsi, quando necessario, dallo specialista.
Quindi niente Google?
Il mio consiglio è quello di diffidare assolutamente da informazioni reperite su pagine generiche di internet delle quali non sia accertata la fonte e la bibliografia. Una cattiva informazione è pericolosa e va assolutamente evitata. A questo scopo il Centro Ippocrate organizza periodicamente degli incontri gratuiti destinati alla cittadinanza al fine di migliorare l’informazione medica e rispondere alle domande dei pazienti.
Centro Ippocrate, viale Sicilia 166. Info e prenotazioni al numero 3287136871
(Spazio Pubbliredazionale)
Dal mal di pancia alle malattie del fegato: il Gastroenterologo risponde
Lascia un commento
Lascia un commento