Pubblicato il: 11/05/2015 alle 10:55
Dalla lotta a Cosa Nostra alle accuse, poi prosciolto, di favoreggiamento ai boss, alle inchieste sulle Ecomafie, ora tra i poveri e gli emarginati della Terra. Segna un nuovo capitolo il romanzo militare e umano del Capitano Ultimo, al secolo Sergio De Caprio, classe 1961, l’uomo senza volto, colonnello e vice comandante dei carabinieri per la Tutela dell’Ambiente. Che si racconta in una intervista rilasciata in esclusiva all'Ansa.
Ultimo durante l'intervistaL’ennesima sfida di Ultimo, il carabiniere che ha ammanettato Totò Riina, è l’associazione ‘Volontari Capitano Ultimo Onlus’ messa in piedi dal nulla con l'aiuto e l'appoggio dell'attore Raul Bova (suo interprete nella miniserie televisiva ‘Ultimo’) e della Nazionale italiana cantanti. Ha preso vita così, nella tenuta La Mistica, alla periferia Sud-Est di Roma, la casa famiglia ‘Capitano Ultimo’ per il recupero e il reinserimento di minori disagiati o figli di famiglie segnate dal crimine.
Colonnello, come è nata questa idea?
“L’idea è nata da un profondissimo senso di colpa – spiazza De Caprio intervistato in video da Ansa.it rigorosamente in incognito, di spalle con addosso una giacca mimetica militare e incappucciato da una felpa azzurra -. Non possiamo delegare ad altri, a specialisti, organizzazioni, l’impegno per la povera gente, per impedire che nel XXI secolo ci siano ancora persone che non hanno da mangiare, che non hanno da dormire, che sono sole e abbandonate: è un crimine contro l’umanità. Le parole sono parole, impegnarsi è un dovere e l’ho fatto perché, insieme ai ‘miei’ carabinieri e alle persone della società civile che collaborano con noi, crediamo che l’impegno siano una preghiera e la nostra lotta”.
Quali difficoltà si incontrano a gestire questo tipo di attività?
“Dobbiamo dimostrare – risponde ‘Ultimo’ – che essere poveri non deve limitarci, deve essere un punto di partenza. Essere poveri, essere in difficoltà diventano qui un’opportunità per creare occasioni: qui le famiglie che ci vengono a trovare risparmiano, trascorrono giornate in serenità e ne hanno quindi una convenienza. Questa loro convenienza è creata da persone in difficoltà, da miserevoli. Queste persone, queste famiglie che ci vengono a trovare, fanno a loro volta sopravvivere le stesse persone che creano per loro questa opportunità: è un meccanismo nobile, ed è all’Italia.
Che tipo di sostegno ha dall’Arma dei Carabinieri per questo suo progetto?
“L’Arma non deve fare queste cose. – sottolinea De Caprio -. L’Arma combatte sulla strada, noi invece dobbiamo dimostrare che essere uomini dell’Arma vuol dire avere anche un impegno sociale, straordinario, unico: sull’esempio di quello che ci hanno insegnato i martiri e gli eroi caduti negli anni sulle strade di tutta Italia”.
Dalla lotta a Cosa Nostra alle Ecomafie oggi tra i poveri della Terra, cosa lega questo suo percorso?
“La giustizia. Quello di far parte di un’umanità fatta di poesia, di amore, di bellezza. La bellezza è aiutarsi gli uni con gli altri e arrivare tutti insieme al traguardo della sopravvivenza” conclude il colonnello.