Pubblicato il: 18/03/2014 alle 14:25
La pubblica amministrazione deve rimborsare le aziende per i servizi e i beni di cui ha beneficiato negli ultimi anni. Un imperativo che ormai arriva anche dall’Europa e che impone all’amministrazione italiana di saldare i propri debiti: se le aziende chiudono è anche a causa dei tanti crediti che aspettano da Regioni, Province e Comuni.
Il nuovo governo nazionale ha predisposto un decreto per colmare i ritardi e far sì che in futuro non si accumulino altri arretrati; la conferma è arrivata anche tramite una dichiarazione del presidente della Cassa Depositi e Prestiti Franco Bassanini che segna il 21 settembre come data finale per il saldo.
Tutte le Regioni si stanno adeguando e la Sicilia non è da meno e oggi all’ARS verrà discusso un decreto legge per attivare un mutuo trentennale da un miliardo di euro. Il fondo verrà suddiviso tra le aziende sanitarie (600 milioni) e i debiti che Regione Sicilia e Comuni devono a piccole e grandi aziende.
Il provvedimento proposto dal Presidente Rosario Crocetta, però, non è esente da critiche sia interne – con il movimento 5 stelle – sia esterne – dall'associazione di categoria datoriale.
I Pentastellati dell'ARS in una nota “ribadiscono la netta contrarietà all'attuale formulazione del mutuo che rischia di ingessare l'economia dell'isola per le prossime generazioni. Ci fa piacere che anche il mondo produttivo condivida le nostre perplessità. I debiti alle imprese vanno onorati, ma non sulla pelle dei siciliani, cosa che succederà con gli interventi messi sul tappeto che non consentiranno la diminuzione delle aliquote Irpef ed Irap per i prossimi 30 anni”.
Antonello Montante, Presidente di Confindustria, suggerisce una seria spending review (leggi l'approfondimento)
Ecco un elenco non esaustivo delle aziende creditrici: Enel, Telecom, Fastweb, Tnt, Eni, Sapio Life, Sisifo, Ultramed, Cardiovascolar, Biogen, Novartis, Pfizer, Artsana, Dompè, Roche, Johnson and Johnson, Medipass, Cpfely Italia, Genzyme , Servizi Italia, Maugeri, la Casa di cura Cristo re (Messina) Candela (Palermo) e Villa Maria Elenora.
Le aziende che nel nisseno ancora aspettano il saldo ci sono: Pfe, casa di cura Santa Barbara (Gela) e Regina Pacis (San Cataldo).