Pubblicato il: 16/01/2024 alle 19:51
“Nella casuzza di vicolo Pipitone sono stati commessi tantissimi omicidi. Ne venivano fatti diversi al giorno. Venivano da tutte le città a fare omicidi lì dentro”. A fare l’agghiacciante racconto è il collaboratore di giustizia Vito Galatolo nel corso dell’udienza del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio, che si celebra in Appello a Caltanissetta rispondendo alle domande dell’avvocato Giuseppe Panepinto, difensore del poliziotto Mario Bo. Galatolo, in collegamento da una località riservata, ha fatto un elenco di una serie di omicidi fatti in quel piccolo edificio. “C’è stato un certo Palazzolo – ha detto il teste – che era un confidente dei carabinieri che è entrato e non è uscito più. Un giorno uno è entrato nello stesso scantinato dove La Barbera si vedeva con mio zio. Questo ci stava scappando e Salvo Madonia gli ha sparato là dentro. Poi è stato un certo Sirchia. Poi c’era gente che arrivava da diversi paesi che portavano persone che si uccidevano pure là. Era un viavai di persone. Quando hanno ucciso il generale Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, da quella casuzza, da quello scantinato è partito il commando per gli omicidi”.