Pubblicato il: 18/11/2013 alle 19:24
Per un attacco in tv che sarebbe andato oltre i limiti della critica Vittorio Sgarbi è stato condannato a pagare all'ex procuratore di Palermo, Gian Carlo Caselli, un risarcimento di 100 mila euro. Sgarbi è stato condannato a pagare la cifra in solido con Rti, la società del gruppo Mediaset che gestisce Canale 5.
La sentenza è stata emessa dal giudice Antonio Liberto Porracciolo del tribunale civile di Caltanissetta competente sulle controversie che riguardano i magistrati del distretto di Palermo.
Caselli si era ritenuto diffamato da un intervento del critico, a quel tempo deputato, nella rubrica “Sgarbi quotidiani” andata in onda il 7 aprile 1995. Sgarbi lesse una lettera di un anonimo il quale sosteneva di avere raccolto una confidenza di don Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia nel 1993. Il sacerdote gli avrebbe detto di essere turbato per le pressioni di Caselli perché facesse il “pentito” denunciando i fatti di mafia di cui era a conoscenza, anche violando il vincolo del segreto confessionale. “Caselli – avrebbe aggiunto don Puglisi – ha fatto di me consapevolmente un sicuro bersaglio”. Negando le pressioni che gli venivano attribuite dall' anonimo, Caselli ha querelato Sgarbi per diffamazione a mezzo stampa ma il procedimento si è prescritto. Tramite l'avvocato Antonio Coppola, lo ha anche citato in giudizio per danni morali. Ora è arrivata la sentenza che riconosce all'ex procuratore un risarcimento di 100 mila euro.