Tira un sospiro di sollievo Grazio Di Bartolo, un dirigente scolastico di Gela, da un anno in pensione, accusato e condannato ingiustamente con l’accusa di calunnia. Dopo aver incassato in primo grado una condanna ad un 1 anno e 4 mesi e al risarcimento dei danni, la Corte d’appello di Caltanissetta, presieduta dal giudice Maria Carmela Giannazzo, lo ha assolto con formula piena. Il dirigente scolastico, assistito dagli avvocati Sergio Iacona e Gualtiero Cataldo, ha dimostrato in appello la sua estraneità ai fatti. La vicenda inizia quando Di Bartolo era a capo dell’Itis “Morselli” di Gela. Denunciò un insegnante per truffa allo Stato con dichiarazione false, perché il docente avrebbe accumulato durante l’anno scolastico, tante di quelle assenze da impedire che si procedesse, nel corso della conclusione di un trimestre alla valutazione dei suoi allievi.
Il docente, svolgeva anche la libera professione di commercialista e all’epoca usufruiva dei permessi previsti dalla legge 104. Le sue assenze – secondo la denuncia del dirigente – sia per via della 104, che per malattia o per altri motivi, nonostante sarebbero state continue, non avrebbero consentito al dirigente di poter procedere alla nomina di un supplente. Da qui la decisione del preside di rivolgersi alla Guardia di Finanza per segnalare l’insegnante per una presunta ipotesi di truffa sui permessi riconosciuti dalla 104. La vicenda, dopo accertamenti e pedinamenti da parte della Finanza, per il docente, si concluse con una archiviazione.
La segnalazione del preside, dopo le indagini avviate dagli inquirenti, si rivelò infondata. Successivamente fu il prof a denunciare Di Bartolo per calunnia e a trascinarlo in Tribunale. Il giudice del Tribunale di Gela, Ersilia Guzzetta, condannò Di Bartolo ad 1 anno e 4 mesi. Adesso, in appello, per il dirigente scolastico è arrivata l’assoluzione con formula piena.