Pubblicato il: 17/06/2013 alle 09:44
Anche i medici precari che operano in Sicilia hanno costituito un Coordinamento regionale dei dirigenti medici. E' stato avviato a Caltanissetta e si tratta, come è stato sottolineato dai promotori di una “mobilitazione dal basso che coinvolge molti medici di tutta l'Isola che intende porre fine a una lunga fase di precarizzazione cronica”. Tra l'altro il coordinamento ha avanzato già concrete proposte per la stabilizzazione dei “camici bianchi”.
Durante l'assemblea che si è svolta nel capoluogo nisseno e che fa seguito ad un vertice che si è tenuto alcuni giorni fa a Palermo è stato ribadito che la “sanità che, per effetto dei tagli lineari e del blocco delle assunzioni, si regge sullo sforzo e l'abnegazione di migliaia di medici precari, non ha futuro. Ne va della tenuta stessa dei servizi per i cittadini, oltre che della necessaria valorizzazione dei professionisti che operano tutti i giorni nelle corsie degli ospedali e degli ambulatori”.  L'iniziativa che si era svolta a Palermo aveva visto anche la partecipazione di diversi deputati all'Ars, tra cui Concetta Raia (Pd), Nino D'Asero (capogruppo Pdl) e il presidente della VI Commissione legislativa, Pippo Di Giacomo. Del nuovo coordinamento fanno parte rappresentanti di tutte le aziende sanitarie dell'Isola e di tutti i settori della dirigenza.
Coordinatrice è stata eletta Emiliana Sanfilippo, dirigente medico presso l'Asp di Catania, mentre segretaria Valentina Brisolese dell'Asp di Caltanissetta. Il coordinamento aderisce al Sindacato dei medici italiani, rappresentato al momento della costituzione da Epifanio Di Natale, responsabile nazionale della dirigenza ospedaliera. Di Natale ha sottolineato che in contemporanea con l'assemblea di Caltanissetta, si è tenuto a Roma un incontro tra i sindacati del settore e il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, durante il quale lo Smi “ha posto sul tavolo del confronto come priorità il superamento di questo grave problema, una cronica consuetudine che accomuna le aziende sanitarie e ospedaliere in tutto il Paese e non solo in Sicilia”.