Pubblicato il: 25/09/2019 alle 14:39
Si chiama dispersione scolastica e siamo al quarto posto in Europa per numero di ragazzi che evadono la scuola. E' quanto afferma Davide Chiarenza, componente della direzione nazionale Silp Cgil. Ogni anno in Italia abbandonano la scuola tra i 150 mila e 215 mila ragazzi e dal 1995 ad oggi si arriva alla cifra record di 3,5 milioni di dispersi. Denunciare i genitori ai sensi dell’art 731 c.p. alle forze di Polizia non basta o meglio non serve. Servono invece progetti e idee per favorire il ritorno a scuola dei ragazzini che vivono in famiglie e quartieri disagiati e difficili. Dal nostro punto di vista sarebbe necessario che gli educatori si recassero nei quartieri a rischio con laboratori di sport, musica, nuove tecnologie e anche discipline scolastiche essenziali soprattutto in orario extracurriculare per coinvolgere tutti i minori che non vanno più a scuola. A volte le ragioni della loro assenza dai banchi scolastici sono di vario tipo: indigenza, famiglie pluriproblematiche, oppure non ci sono scuole o sono troppo lontane da raggiungere e non ci sono mezzi pubblici o disponibilità di auto private per arrivarci. In molte famiglie per sopravvivere c’è bisogno che persino i più piccoli lavorino. Secondo i dati diffusi dal dossier di “Tuttoscuola”, negli ultimi 5 anni in Sicilia quasi il 30% degli studenti non è mai arrivato alla maturità. Numeri che salgono se prendiamo invece in esame gli ultimi 10 anni. Prendendo ad esame l’ultimo quinquennio, vediamo che a Caltanissetta il tasso di alunni dispersi è del 37,7 %. Secondo noi, per tamponare questa emergenza, occorre creare un valido sistema interistituzionale che dia risposte articolate a questo complesso e triste fenomeno che come si sa, conduce in molti casi alla devianza in modo inesorabile e la società attorno nel suo insieme tace o fa finta di non sapere. Speriamo che l’anno scolastico appena iniziato dia una speranza in più ai minori in difficoltà e abitui il mondo degli adulti ad agire perennemente in loro aiuto.