Pubblicato il: 03/11/2021 alle 13:47
Si è aperto questa mattina a Padova, il processo nei confronti di Abdelfettah Jennati, un 40enne marocchino, accusato di aver ucciso con un coltello, il 24 novembre di un anno fa, la moglie di 31 anni, Aycha El Abioui, anche lei originaria del Marocco, madre dei suoi tre figli. I fratelli e i genitori della donna, che vivono a Caltanissetta si sono costituiti parte civile. Anche i figli della donna, si sono costituiti parte civile. I familiari della vittima sono assistiti dagli avvocati Dino Milazzo, Martina Vurruso, Daniela Guezzo e Massimo Schiavon. Il Gup ha anche disposto per l’imputato il rinvio a giudizio fissando il processo per il prossimo 15 dicembre davanti la Corte d’Assise.
L’omicidio avvenne a Cadoneghe, in Veneto, dove la donna, dopo aver vissuto a Caltanissetta, si era trasferita. Secondo le indagini, i giorni prima del delitto consumato la sera del 24 novembre 2020, l'uomo avrebbe cercato in rete attraverso il suo smartphone tutta una serie di veleni. Avrebbe così maturato da tempo l'intenzione di sbarazzarsi di sua moglie, poi massacrata sul letto della camera matrimoniale, con un paio di pugnalate al petto. I legali dell'indiziato hanno prodotto tutta una serie di documenti con l'unico obiettivo di dimostrare che il 40enne sia una persona incapace di intendere e di volere. Gli avvocati dell’imputato, a giorni, depositeranno una perizia psichiatrica.
A costituirsi parte civile anche un centro antiviolenza. Aycha si era rivolta ai servizi sociali del Comune di Cadoneghe dove era residente, raccontando di un marito possessivo e violento. Chiedeva aiuto e protezione per sé e per i propri figli. Poi la donna sparì dal centro antiviolenza al quale si era rivolta, informandolo che doveva essere ricoverata. Non si fece più sentire fino a quando non arrivò la tragica notizia della sua uccisione.