Pubblicato il: 14/02/2023 alle 15:10
Resta in carcere per concorso in omicidio Luciano Valvo, il 55enne accusato di complicità in uno dei due femminicidi di Riposto dell'11 febbraio scorso. Lo ha deciso il Gip di Catania, Luca Lorenzetti, che ha convalidato il fermo eseguito dai carabinieri e, accogliendo la richiesta della Procura, ha emesso nei confronti dell'indagato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il legale di Valvo, l'avvocato Enzo Iofrida, ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame. Secondo l'accusa, il 55enne, che continua a proclamarsi innocente, con la sua Volkswagen Golf nera avrebbe accompagnato Salvatore La Motta, l'ergastolano di 63 anni che poi si è suicidato, sul luogo del delitto di Melina Marino, nel lungomare della città ionica. Nessun ruolo gli viene invece contestato sul secondo femminicidio: quello di Santa Castorina, 50 anni, uccisa con due colpi di pistola al volto appena scesa dalla sua auto, una Fiat Panda, nella centrale via Roma. Il provvedimento di fermo della Procura distrettuale etnea si basava su indagini dei carabinieri della compagnia di Giarre e del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania.
"L'omicidio suicidio di Catania non è stato un atto di follia e il ministro Nordio ha fatto bene a inviare gli ispettori. L'uomo era un criminale associato alla mafia, quella stessa mafia che tenta disperatamente di aprirsi varchi per contrastare il 41 bis che noi non aboliremo mai. Il fatto di Risposto ci richiama alla solita narrazione di una follia che anche questa volta non c'è e che troppe volte è stata una scorciatoia utile ai mafiosi per evitare il carcere". Lo dice l'on Alfredo Antoniozzi vice presidente del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia alla Camera. "Stiamo lavorando per riformare le leggi sull'infermità e la seminfermità mentale – prosegue Antoniozzi -introducendo la discriminante psicotica come elemento base per separare le vere condizioni di infermità dalle suggestioni. Meloni e Nordio hanno ribadito come la lotta alle mafie sia una priorità assoluta da conseguire con atti concreti e non con la retorica o con atteggiamenti obliqui".