Le note della celebre 'Creuza de mà di Fabrizio De Andrè hanno risuonato in Valpolcevera, partite dalle casse installate sul nuovo ponte Genova San Giorgio, sotto una pioggia battente che sta battezzando l’inaugurazione dell’infrastruttura. Silenzio sul viadotto mentre il brano, reinterpretato da 18 grandi artisti della musica italiana, risuonava.
Con la lettura dei nomi delle 43 vittime del ponte Morandi è entrata nel vivo la cerimonia di inaugurazione del nuovo ponte sul Polcevera, il ponte "Genova-San Giorgio. Subito dopo sono state suonate le note del silenzio.
Nella sede della prefettura di Genova, l’incontro tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alcuni familiari delle vittime del crollo del Ponte Morandi. Nei giorni scorsi il comitato aveva annunciato di non voler partecipare all’inaugurazione del nuovo ponte Genova San Giorgio.
«La vigilanza della Repubblica non viene meno nei vostri confronti. Il ricordo delle vittime segna la nostra vita collettiva. E il sostegno ai familiari e alle loro esigenze è un sostegno sincero. Voi avete affrontato alcuni aspetti, come quello della concessione, e comprendo bene come sia un elemento particolarmente sensibile per tutti voi. Però non è competenza mia definire» il tema, «ma del governo e del Parlamento», ha detto Mattarella.
«Genova è la dimostrazione che il nostro Paese sa rialzarsi e sa tornare a correre. Questo è il ponte frutto della forza del lavoro e dell’energia creativa del genio italico. E’ passato poco più di un anno e circa 1200 persone hanno lavorato per realizzare quest’opera. Il merito va alla squadra italiana che ha lavorato con fiducia mossa con la necessità di reagire alla tragedia». Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo intervento nel corso della cerimonia di inaugurazione del ponte San Giorgio.
Con l’inaugurazione in programma oggi, e il successivo transito dei primi veicoli il 5 agosto, si conclude, in meno di due anni, il complesso iter per il ripristino del viadotto autostradale di Genova. Il cantiere è stato ufficialmente aperto con la dichiarazione di agibilità e il via ai lavori il 22 marzo 2019. Il 15 aprile dello scorso anno è stato posto il primo palo di fondazione di una pila. Il 25 giugno, alla presenza dell’allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, venne effettuata la prima gettata di cemento per la fondazione della pila 9, la prima a vedere la luce. ll 1 ottobre venne segnata una nuova importante tappa nel cantiere più noto d’Italia: sale la prima campata d’acciaio tra le pile 5 e 6. Alla cerimonia presero parte Conte e la nuova ministra per le infrastrutture, Paola De Micheli. Ad accompagnare i lavori, infatti, c'è stata anche una crisi politica che ha visto crollare il governo «gialloverde» formato da M5S e Lega, per veder poi nascere quello «giallorosso» tra pentastellati e Pd. Non solo: il cantiere ha resistito ad una delle più violente ondate di maltempo degli ultimi anni, lo scorso autunno. E non si è mai fermato, se non il giorno di Natale, nemmeno nel bel mezzo della pandemia da coronavirus che ha obbligato l’Italia al lockdown. Il progetto del nuovo viadotto sul Polcevera, che l’architetto Renzo Piano ha donato alla città conta 19 campate: tre da 100 metri e le altre da 50. Alla fine, con i conci, il ponte misura 1067 metri. L’estensione è stata visibile dal 28 aprile grazie alla posa dell’ultimo impalcato, che ha consentito il collegamento dei due estremi della vallata, come non accadeva dal 14 agosto di due anni fa.
Il consorzio PerGenova, impegnato nella realizzazione del viadotto, ha proceduto ai lavori in contemporanea, avviando 20 lavorazioni diverse nell’area: è la strada scelta da subito per ridurre il più possibile i tempi di realizzazione. E nel bel mezzo della morsa del Covid, la costruzione del ponte di Genova è continuata segnando nuove cruciali tappe: il 10 marzo 2020 sale la maxicampata sul Polcevera che va di fatto a sostituire quella crollata il 14 agosto 2019. E’ un lavoro certosino e delicato, che impegna moltissimi uomini e l’eccellenza della tecnologia a disposizione del cantiere. Il 20 marzo segue la seconda campata da 100 metri. Il grande impalcato, trasportato con i supercarrelli vicino alla ferrovia scavalca i binari e sale su una specie di «gradino» alto 5 metri. Il 27 marzo arriva la peggiore delle notizie: viene trovato positivo al Coronavirus un operaio, con lui finiscono in isolamento altre 40 persone. Ma ancora una volta i lavori non si fermano: viene perfezionato ulteriormente il piano di sicurezza e, dopo 2 settimane, i lavoratori escono dalla quarantena. In campo, su quell'area finita sotto i riflettori di tutto il mondo, il consorzio PerGenova (Fincantieri Infrastructure e Salini Impregilo) ha impegnato circa 600 persone, fino a mille nei periodi di picco per oltre 60 mila ore lavorate. Sono stati 50 i trasporti eccezionali, 17.500 le tonnellate di acciaio lavorate. Nonostante il rallentamento dei lavori nei Tribunali, a causa del lockdown imposto dal coronavirus, le attività investigative sul disastro del 14 agosto 2018 proseguono tenendo ben presente che l’obiettivo della Procura è quello di chiudere nel mese di settembre. Al massimo entro la fine dell’anno, nel caso in cui la seconda parte dell’incidente probatorio ancora in corso dovesse slittare ulteriormente a causa del virus. Per la strage del ponte Morandi sono state iscritte nel registro degli indagati 74 persone: 68 rispondono solo di reati colposi come il disastro, l’omicidio colposo plurimo e l’attentato alla sicurezza dei trasporti, 3 anche di falso nell’ipotesi che avessero truccato le ispezioni sul manufatto poi collassato prima del disastro (si tratta di tecnici di medio livello), 3 solo per favoreggiamento.